Il piano aziendale presentatoci la scorsa settimana ci ha, in un certo senso, “sorpreso” poiché molte delle cose che andiamo dicendo ormai da un po’ stanno trovando spazi interessanti presso i vertici dell’Agenzia. L’approccio, per esempio da parte dell’amministrazione, al decentramento in maniera collaborativa e come Agenzia quale punto di riferimento rispetto agli altri Enti coinvolti, è in realtà quello che abbiamo chiesto e per il quale abbiamo tenacemente lottato dagli albori di questa vicenda. Così come ci è parso interessante il “nuovo spirito fiscale” che l’Agenzia sembra finalmente ricercare: certo anche in questa circostanza non ci si spinge troppo, non si osa mai abbastanza.
Nel piano aziendale è più volte, infatti, richiamato il ruolo fiscale dell’agenzia medesima ma manca il vero salto di qualità nella prospettiva di un ruolo fiscale a 360 gradi. È infatti ormai arrivato il momento che all’Agenzia del Territorio si appropri a pieno titolo del ruolo di “Agenzia Fiscale” capace di intervenire prontamente sul territorio quando e come lo riterrà più opportuno.
Non è possibile che con le potenzialità, i mezzi e soprattutto le professionalità dei lavoratori si continui ad intervenire solo controllando pratiche Doc.Fa e Pregeo, o aspettando che un Comune decida di rivedere i redditi delle proprie microzone o che qualcuno ci chieda di intervenire in surroga.
Occorre che l’Agenzia del Territorio richieda una modifica normativa che ci permetta di essere controllori autonomi delle evasioni ed elusioni immobiliari in modo da poter intervenire a prescindere dalle sollecitazioni comunali o dagli accatastamenti di parte. Ci sembra assurdo effettuare un controllo puntuale solo su chi è onesto e presenta le variazioni catastali e non ci preoccupiamo di stanare chi del Catasto se ne frega. Abbiamo i mezzi e le capacità, perché usarli solo in appoggio ad altri? Dovremmo essere noi a richiedere e avere le banche dati degli Enti locali da integrare con le nostre per un puntuale controllo del Territorio e invece accade l’inverso.
Entrare a pieno titolo nel meccanismo fiscale ci permetterebbe di avere maggiori incentivi per il personale, maggiore credibilità e quindi possibilità d’investimento e di carriera per i lavoratori. È fondamentale che l’Agenzia intraprenda immediatamente questa strada chiedendo alle forze politiche di darci il sostegno normativo necessario per passare dall’attuale ruolo di “comparse” a quello di “protagonisti” del controllo fiscale. In una fase delicata in cui si stanno emanando norme sul federalismo fiscale l’Agenzia del Territorio è l’organismo che meglio può rappresentare tale fiscalità che dovrà mantenere connotazioni nazionali con una presenza capillare sul territorio di carattere provinciale così come siamo già perfettamente configurati.
Non possiamo restare a guardare inermi una politica che stravolge la macchina fiscale senza consultare chi nel campo lavora da anni, chiediamo che l’Agenzia si proponga prontamente e in maniera convincente con una proposta dettagliata e che rinforzi il proprio ruolo e quello dei suoi lavoratori a cui deve essere riconosciuta la professionalità acquisita sul campo.