Con sentenza n. 2174 del 7 aprile 2009 il Consiglio di Stato annulla la sentenza del TAR (n. 4259 del 15 maggio 2008) che rendeva nullo il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 giugno 2007 avente ad oggetto "il decentramento delle funzioni catastali ai Comuni”.
Il d.P.C.M. torna così ad essere efficace. Il Consiglio di Stato ha però deciso che si debba ricominciare l’iter della giustizia amministrativa utilizzando una diversa Sezione del TAR del Lazio che dovrà ascoltare anche le ragioni dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per poi esprimersi, nuovamente, sulla legittimità di tale decreto.
Ritorna quindi tutto in gioco e dal punto di vista normativo si ricomincia con il balletto delle sentenze e delle decisioni. Per noi di RdB non cambia assolutamente nulla. Noi continuiamo a contrastare questa “Inutile Costosa Idiozia” chiamata decentramento. Tutti si preoccupano di cosa deciderà il TAR o il Consiglio di Stato ed intanto i Comuni se la godono continuando a non rispettare le normative vigenti, i protocolli sottoscritti con l’Agenzia e le regole di accesso e aggiornamento della banca dati catastale.
Noi abbiamo consegnato al Direttore dell’Agenzia una lista dettagliata delle anomalie riscontrate nei Poli Catastali e preteso che si facciano verifiche e controlli sistematici e puntuali, abbiamo richiesto l’apertura di un tavolo di confronto nazionale con tutte le organizzazioni sindacali e ci siamo resi disponibili anche ad incontrare le Amministrazioni Comunali per un confronto aperto, ma nulla si è ancora mosso per sanare alcunché.
L’Agenzia sta spendendo migliaia di euro per aumentare il livello di sicurezza all’accesso al sistema catastale creando non poche difficoltà a tutti i lavoratori che devono digitare decine di volte al giorno il proprio codice fiscale anche solo accendere al computer e con enormi difficoltà se devono spostarsi su di un'altra postazione di lavoro, bloccando le postazioni di Self Service in modo da rendere difficoltoso anche solo l’utilizzo di più stampanti.
Mentre l’Agenzia spende tutto questo denaro ai Poli Catastali e all’AGEA non viene richiesto lo stesso trattamento. Ma non accedono ed aggiornano la stessa banca dati? Si ricorda che la sicurezza di un sistema è calcolata nel suo punto più debole. Non serve a niente blindare tutte le finestre della casa, spendendo migliaia di euro, se poi si lascia la porta aperta.
Qui il problema non è solo quello di riscrivere le regole ma decidere chi deve farle rispettare. L’Agenzia del Territorio qualche segnale positivo sembra darlo. Leggendo infatti il piano strategico triennale (2009-2011) la stessa dichiara che c’è “la necessità di definire nuovamente l’intero percorso attuativo del processo di decentramento, offrendo l’opportunità di aprire una nuova fase di concertazione tra i soggetti interessati, attraverso la quale, coerentemente con i nuovi indirizzi dell’Autorità politica, sarà possibile assicurare all’Agenzia la governance dei processi catastali in qualità di ente gestore della banca dati unitaria nazionale”.
In considerazione del fatto che nella prima stesura del d.P.C.M. la fase concertativa con i sindacati ha lasciato molto a desiderare per tempi e modalità esecutive. Chiediamo di essere ascoltati subito e cominciare, immediatamente, ad intraprendere la strada del controllo e della pretesa del rispetto delle regole da parte dei Poli Catastali. Noi continueremo a vigilare.