Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Pubblico impiego

Agenzia Unica Nazionale dell'Ispezione del Lavoro: prosegue lo smantellamento dei diritti

Nazionale,

In allegato il volantino

Il governo, dopo aver varato il decreto di cosiddetta riforma della pubblica amministrazione, si appresta ora a varare il provvedimento che prevede la costituzione di un’Agenzia unica nazionale dell’ispezione del lavoro in cui dovrebbero confluire i servizi ispettivi delle Direzioni Territoriali del Lavoro, dell’Inps, dell’Inail e delle ASL.

 

Questa proposta, al di là di tutti i problemi legati alla diversa natura e finalità dei servizi ispettivi interessati ed alla complessità delle tematiche ad essi collegate – ivi comprese le disparità di trattamento contrattuale, economico e normativo dei diversi ispettori, si inscrive per intero nel disegno strategico di un governo che, smantellando la presenza dello Stato e del pubblico sul territorio, in realtà punta a derubricare i diritti dei cittadini in bisogni da soddisfare sul mercato ed i servizi pubblici, che quei diritti garantiscono, in servizi da mettere a profitto per conto del privato.

 

Del resto questo è un governo che spinge l’acceleratore sullo smantellamento di quel che rimane della legislazione sociale e del lavoro inteso come diritto, e non ci si può aspettare nulla di diverso sul fronte dei servizi, che “avrebbero” lo scopo di tutelare i lavoratori facendo rispettare quelle leggi e quei diritti.

 

E’ evidente come siano necessarie soluzioni per dare risposte alle richieste degli ispettori, ma è altrettanto vero come sia sbagliata e forviante una presunta soluzione che non parta da un ripristino del ruolo e della funzione dell’ispezione nel campo del lavoro, così come del resto riaffermata con forza solo a gennaio di quest’ anno dal Parlamento Europeo.

 

Ve ne è la necessità, in primo luogo per le lavoratrici ed i lavoratori che subiscono l’imbarbarimento progressivo delle loro condizioni di vita e di lavoro, ma anche e per intero per gli stessi ispettori.

 

Una necessità, questa, che non viene risolta, appunto, col falso tecnicismo di un’agenzia unica dell’ispezione.

 

Se non c’è un radicale mutamento di rotta politica ed amministrativa sull’intera partita del lavoro il raggruppare in un’ammucchiata tutte le figure ispettive potrà essere utile solo a porre sotto il controllo diretto ed immediato del governo, dell’uomo solo al comando, lo strumento dell’ispezione del lavoro, ad unificare in una sola modalità - quella che già conoscono a loro spese gli ispettori del lavoro - i diversi servizi.

 

Certo, è necessario coordinare le attività ispettive, evitare le duplicazioni e le diseconomie, ma per fare questo basterebbe una banca dati comune, aggiornata in tempo reale ed un protocollo d’intervento tra i diversi Uffici.
Basterebbe equiparare a livello più alto l’inquadramento economico e normativo di tutto il personale ispettivo.

 

Basterebbe non lesinare all’attività ispettiva le risorse economiche necessarie alla sua azione.

 

Così come sarebbe necessario prevedere, nel campo della vigilanza, un serio piano di assunzioni indispensabile ad una credibile lotta all’elusione e all’evasione contributiva.

 

Quel che serve al lavoro non è un’agenzia ancora più distante e sorda alla voce dei lavoratori, ma servizi ispettivi che tornino a fare il loro mestiere nel rispetto della professionalità dei propri ispettori e nell’interesse dei lavoratori di questo Paese.