Lavoratori,
il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco è spesso stato oggetto di particolare interesse dal cinema italiano.
Un esempio potrebbe essere il film I Pompieri, incentrato sulla scalcinata squadra 17, cult della comicità anni ’80.
La vicinanza al cinema, però, è comunque reciproca, tant’è che proprio il calendario 2018, dal titolo “che spettacolo!”, ripercorre la filmografia italiana dal dopoguerra.
Un calendario ispirato e diretto dal capo dipartimento Bruno Frattasi, quale appassionato cultore del mondo del cinema.
Le vicende quotidiane di questa amministrazione lasciano però intendere che il prefetto Frattasi non sia l’unico estimatore della cinematografia italiana.
Accade a Pescara che al personale in turno di servizio straordinario venga decurtato dall’orario i trenta minuti per la consumazione del pasto. Questo almeno è quanto avviene al Nucleo elicotteri.
Se da un lato è vero che l’art. 50 c.ma 2 del CCNL in data 24/5/2000 prevede che dopo un massimo di sei ore continuative di lavoro deve essere prevista una pausa che comunque non può essere inferiore a trenta minuti, durante la quale deve essere consumato il pasto, dobbiamo ricordare che il personale turnista a 12 ore continuative, poiché impegnato in servizio di soccorso tecnico urgente o ad esso propedeutico, non effettua la pausa di trenta minuti pur consumando il pasto.
Partendo dal presupposto che il personale in turno straordinario è tale in quanto sopperisce ad una carenza di organico, se l’equipaggio è composto da personale in turno ordinario e straordinario e durante il tempo del pasto arriva una chiamata d’intervento, il personale che si ritroverebbe in pausa pranzo, cosa fa? Interrompe il periodo di consumazione del pasto? Oppure, il personale in turno ordinario deve attendere che il personale in straordinario completi i trenta minuti necessari alla consumazione del pasto, rimandando così il decollo? Oppure decolla un equipaggio al 50%? E se il personale in turno straordinario è pilota, chi inizia la missione portando in volo l’elicottero, i tecnici?
Potrebbero esserci ancora tante domande come ad esempio su quale base contrattuale si fonda tale disposizione che speriamo non sia scritta in nessun ordine del giorno ma preferiamo giungere all’ultima: chi è l’autore di questa genialata? Il comandante provinciale di Pescara, oppure il personale amministrativo preposto alla contabilità dello straordinario?
Certo, un lettore estraneo alle dinamiche di questa amministrazione potrebbe pensare che si vuol mangiare in orario di lavoro perché tanto paga pantalone, ma qui pantalone questa volta non vuol pagare… e se fosse UNA Pantalone?
Dedichiamo adesso qualche rigo all’ordine del giorno 596 in data 07/11/2018 della direzione Lazio, allegato.
Se da un lato è apprezzabile la capacità organizzativa del direttore de Angelis votata alla realizzazione di un servizio efficiente, ci chiediamo dove abbia preso i numeri esposti nell’ultimo capoverso. Ovvero, quale contratto di lavoro prevede che il dipendente possa differire al primo quadrimestre dell’anno successivo dei giorni di ferie in numero così stabilito?
Al comando provinciale di Roma accade invece che tutte le domande di straordinario di soccorso presentate ipoteticamente in ritardo, sono state convertite in recupero ore straordinario, ovvero non più messe a pagamento come è giusto che sia, ma depositate in banca ore, togliendo così dei soldi ai lavoratori che comunque sono stati obbligati a prestare servizio lavorativo straordinario.
Tre episodi in poche ore in differenti strutture d’Italia, ai quali se ne potrebbero aggiungere tanti altri ma rischieremo di scrivere un tomo, lasciano intendere una tendenza diffusa dei vari capo uffici di interpretare le norme a proprio piacimento.
Che tutto sia riconducibile al fatto che sta approssimandosi il fine anno e i vari dirigenti sono beneficiari di un premio economico sui risparmi di gestione?
Una cosa pare certa, taluna dirigenza pare essere forte estimatrice della cinematografia italiana.
Molti di noi ricorderanno la celebre frase dell’Albertone nazionale quando, interpretando il marchese del grillo, prima di salire sulla carrozza, si rivolge alla plebe proferendo “ah, mi dispiace… ma io so io, e voi non siete un cazzo”!