Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Comunicati Stampa

Al San Camillo di Roma reparti Covid e no Covid a contatto, niente tute biologiche per il personale. La testimonianza di un infermiere

Roma,

L’ospedale San Camillo di Roma è una giungla disorganizzata trasformata in ospedale Covid. Dagli operatori sanitari arrivano a USB messaggi preoccupati dalle modalità di organizzazione, gestione e sovraccarico dei pazienti Covid e non. Ecco il racconto di due giorni di un infermiere del San Camillo.
 

“Siamo diventati ospedale Covid. Senza stanze né presidi, ma Covid. I reparti Covid sono stati organizzati nel padiglione Marchiafava, trasferendo le pneumologie e l'ambulatorio oncologico.
 

Nel Pronto Soccorso gli spazi sono suddivisi in area rossa (emergenza), area verde (non urgenza), area gialla (isolamento Covid). L’area gialla dovrebbe avere un sistema di pressione negativa che sarebbe fondamentale per disperdere il virus nell’aria esterna… Ovviamente non è così.

 

Stesso discorso per le aree dove avvengono vestizione e svestizione. Il personale del PS è dotato di camici (nessuna tuta biologica). La zona pre-triage è l'unica entrata attraverso la quale passano tutti. Nessun percorso dedicato, né in entrata né in uscita. Il personale del l'ambulanza interna che ricovera i positivi dal PS al padiglione Marchiafava, adibito a Covid, è l’unico dotato di tuta biologica e di tutti i dispositivi necessari, mentre il paziente positivo trasportato è dotato esclusivamente di mascherina chirurgica. Le barelle di contenimento promesse a marzo non sono mai arrivate.
 

C’è da dire che tutti passano per la zona pre-tiage inclusi gli ambulanzieri che con le stesse tute di contenimento biologico trasportano i pazienti positivi.

 

Dall’area verde, dove comunque è stata istituita una stanzetta Covid, per essere ricoverati si passa nei corridoi utilizzati da tutti. Vi ricordo che gli ambulanzieri sono gli unici a girare con le tute biologiche. La notte il PSs pediatrico continua ad utilizzare la radiologia d'emergenza attraversando gli stessi corridoi già menzionati. 
 

Aggiungerei che aumenta giornalmente il numero dei lavoratori e lavoratrici positivi: sabato erano 7 solo nella medicina d'urgenza. Al PS praticamente ogni giorno i trest rapidi svelano un paio di positivi.
 

Lunedì 26 ottobre - Fatto un giro al Pronto Soccorso... Stanno tutti nel corridoio tra il codice rosso e il codice giallo, più la stanzetta isolamento del verde... Siamo pieni di Covid.
 

Martedì 27 ottobre - Oggi stiamo svuotando la medicina d'urgenza, che diventerà reparto Covid. C'è un problema però: il reparto si trova sopra il PS, ma nel percorso no Covid. Mi sto chiedendo come faranno a portarli di sopra i malati positivi. Forze utilizzando un ascensore del percorso no Covid? I pazienti ricoverati nei reparti e che risultano positivi dopo il ricovero, restano nel reparto in attesa di un posto nei reparti Covid”.
 

C’è altro da aggiungere? Se questo è il sistema che deve garantire la nostra cura e la nostra salute, non abbiamo nessuna “Speranza”!
 

Bisogna rafforzare la nostra Sanità, quella pubblica!
 

Appuntamento il 30 ottobre alle 10 sotto la Regione Lazio – Piazza Oderico da Pordenone.

 

Unione Sindacale di Base - Sanità