ALCUNE INDICAZIONI AI PRECARI PER LA NOMINA E PER L'INIZIO DELL'ANNO SCOLASTICO e utili informazioni anche per chi è “indeterminato”
Il precariato nella scuola è uno dei fenomeni più stabili della pubblica amministrazione, il cui sviluppo mantiene il segno costante dello sfruttamento e dell'umiliazione della dignità umana e professionale. Ogni Governo taglia posti di lavoro, stipendi, diritti, libertà di espressione e sindacali e per far digerire la pillola usa e specula sulle presunte “assunzioni” dei precari della pubblica amministrazione, specialmente quelle della scuola.
Ma chi ci lavora sa a quale prezzo arrivano questi pochi posti. L'accordo (tra Cisl, Uil, Smnals, Gilda e dal Ministro) del luglio 2011 ha eliminato degli scatti di anzianità e obbliga i neo assunti ad un blocco della mobilità di 5 anni. 11 mila posti quest'anno a fronte di 150 mila posti tagliati e l'aumento del numero degli studenti. Lo definimmo l'applicazione del modello Marchionne alla Scuola: posti di lavoro in cambio di diritti.
Ritardi, graduatorie contestate, concorsini e tirocini a pagamento, questa è la realtà di oltre 200 mila, giovani e donne, precari della scuola. Taglieggiano i precari della scuola, bloccano i pensionamenti dei colleghi di ruolo e il Governo finanzia le imprese che assumono una manciata di giovani e le donne senza titoli di studio, con contratti flessibili!
Con della “spending rewiev” arriva la politica del “fare” e della “crescita”, ora sentiamo qualche lamento da parte dei sindacati collaborazionisti come con Monti, poi però finì che la “spending rewiev” passò in cambio di agevolazioni per i fondi pensione e la formazione professionale, firmarono uniti (compresa la CGIL) un altro accordo il 3 maggio 2012. Facile potrebbe essere la previsione sul prossimo fututo.
Ogni anno la Scuola arriva senza il personale necessario e per mesi dall'inizio delle lezioni si ripetono i tormenti, le speranze tradite, le ingiustizie subite per migliaia di precari storici, che della macchina delle nomine oramai sa tutto e meglio di tanti “addetti ai lavori”.
Abbiamo pensato ad alcune indicazioni specifiche sulle “novità” nei comportamenti che uffici e dirigenti attuano violando i minimi diritti dei precari. La “logica” dichiarata è spesso quella che per far fronte ai danni provocati dalla mala gestione centrale, i precari devono mettersi a disposizione e dimostrarsi ancor più flessibili. Ed è esperienza di tutti che se rinunciamo ai nostri diritti e dignità alla fine per i lavoratori andrà sempre peggio e tutta la scuola a pagarne il prezzo. Il metodo è quello ministeriale, ricordarsi solo quando gli fa comodo, delle leggi e delle sentenze, dalla corte costituzionale a quella europea.
Dopo aver concluso l'a.s. 2012/13 con l'assurda pretesa (totalmente infondata e sbugiardata dai fatti) di non voler autorizzare il pagamento delle ferie non godute ai docenti precari, molti Dirigenti scolastici sembrano intenzionati a riprendere la loro oramai consuetudinaria attività di provocazione e di offesa nei confronti degli insegnanti sopratutto precari. L’USB conferma pertanto la sua presenza alle convocazioni dei precari innanzitutto per vigilare, anche quest'anno, sul corretto svolgimento delle operazioni di nomina e per mettersi a disposizione dei precari nel caso di inaccettabili soprusi.
Ricordiamo ai docenti alcuni elementari diritti:
Nessun dirigente scolastico può esercitare alcuna pressione nei confronti del supplente a "scegliere"; o addirittura a “non scegliere” qualche sede di servizio in nome di una presunta continuità didattica da assicurare ad una classe o ad un alunno certificato per il sostegno. Il problema della mancata continuità didattica è grave e va risolto ma non certo con malcelate forme di chiamata diretta bensì con la stabilizzazione dei precari. L’USB allerterà subito le forze dell’ordine nel caso di atteggiamenti anomali da parte dei DS durante le operazioni di nomina e denuncerà i responsabili di tali eventuali atti agli uffici preposti.
I benefici relativi alla Legge 104, in sede di nomina, consistono nel diritto alla priorità di scelta a parità di posto. Ciò significa che se sono presenti 10 posti interi fino al 31 agosto, i beneficiari della Legge 104 presenti fino al posto numero 10 scelgono per primi (in caso di rinunce chiaramente si scorre in basso la graduatoria). I beneficiari oltre la posizione 10 potranno far valere la precedenza su posti interi fino al 30 giugno, assegnati i quali potranno far valere la precedenza i beneficiari collocati in posizione utile per gli spezzoni. Ricordiamo che la precedenza vale solo per il comune di residenza propria o del familiare da assistere o, in mancanza di posti, per il comune viciniore (da intendersi non solo sulla base della distanza, ma anche del numero di comuni presenti tra quello di residenza e la sede scolastica).
In seguito ad eventuali nomine su spezzoni , se c’è la possibilità di completamento di cattedra (a seguito di convocazione dalle graduatorie d’Istituto), l’orario delle lezioni, come l'USB in totale solitudine va dicendo da anni, va adeguato anche in corso d’anno. E’ quanto si evince, nonostante l’avversione di molti dirigenti scolastici, da un provvedimento emesso dalla Corte di Appello di Ancona (512/2010), dalla sentenza della Corte d’appello di Potenza (72/2012) e da altri tribunali in primo grado di giudizio come quello di Rimini. Ricordiamo che ai sensi del regolamento delle supplenze in vigore, il diritto al completamento va garantito anche tramite l’eventuale frazionamento della cattedra. L’USB mette, gratuitamente, a disposizione i propri avvocati per avviare eventuali ricorsi davanti al giudice volti al rispetto dell'elementare diritto al completamento di cattedra.
I tagli hanno reso impossibile garantire la copertura oraria e disciplinare di un tempo, ma molti dirigenti ricorrono a fantasia ed arroganza per propinare, specie ai precari, un'organizzazione del lavoro spesso illegittima. Si ricorda che, sebbene la Legge Brunetta abbia tolto “l'assegnazione del personale ai plessi” dalle materie di contrattazione RSU, il dirigente non può agire a suo piacimento, ma deve attenersi ai criteri indicati dalla nota ministeriale 6900/2011. La scelta del tipo di posto in sede di convocazione deve essere rispettata all'atto dell'assegnazione del docente. Non è quindi ammissibile la pratica (sempre più frequente specie alla primaria) di imporre ai precari un impiego diverso da quello proposto e accettato alle nomine (un posto di sostegno o di lingua inglese o su sede carceraria ad esempio), magari solo per accontentare un “amico” del dirigente che ambisce ad un posto che non gli spetta.
Per i docenti degli istituti superiori che vengono nominati per l' a.s. 2013/14 su una scuola diversa da quella presso cui hanno prestato servizio l'a.s. 2012/13 non rimane alcun obbligo di servizio (somministrazione e correzione di prove relative al saldo del debito, scrutini di studenti con giudizio sospeso ecc.) nei confronti della scuola di servizio dell’anno passato. La nota prot. n. 7783 del 10 luglio 2008, chiarisce infatti " l’art. 8, comma 6, dell’ O.M. n. 92/2007 prevede, altresì, l’ipotesi in cui alcuni componenti del consiglio di classe siano stati trasferiti ad altra sede scolastica o collocati in altra posizione ovvero posti in quiescenza. In tal caso essi possono essere richiamati e compete loro il rimborso spese. Nel caso in cui, però, tali componenti non possano o, comunque, non intendano accettare tale incarico, acquisita agli atti della scuola la loro espressa volontà, si dà luogo alla nomina di altro docente della stessa disciplina, secondo la normativa vigente". Di nuovo fanno leva su un presunto “senso di responsabilità” che dovrebbero avere quegli stessi docenti che vengono però licenziati e riassunti, senza vergogna, ad uso e consumo dell’Amministrazione tra giugno e settembre. Basterebbe stabilizzare i precari!
Si raccomanda di insistere per firmare subito il contratto (sulla base delle ore assegnate in sede di nomina, senza sorprese dell'ultima ora) e che questo venga immediatamente registrato sul sistema del MEF con il codice del dirigente scolastico, in modo da evitare ritardi nei pagamenti. Accertarsi, anche quando siamo chiamati dalle scuole, se si tratta di uno dei pochi posti vacanti (cioè già nell'organico di diritto) e in quel caso pretendere il termine del contratto al 31 agosto e non a giugno o addirittura a fine lezioni scolastiche. Occorre poi prestare attenzione sui punti relativi al godimento delle ferie. Immaginiamo infatti che molti istituti tenteranno di far siglare contratti che prevedono già richieste di ferie nei giorni di sospensione delle lezioni. In tal caso occorre protestare (chiedendo di fornire la normativa di riferimento) e avvisare immediatamente la locale sede dell'USB per consentirci di intervenire.
L'USB invita, anche per l'a.s. 2013/2014, tutti i docenti (precari e di ruolo) a non accettare eventuali ore aggiuntive eccedenti le 18 settimanali sia per consentire la presa di servizio al massimo numero possibile di aspiranti docenti inclusi nelle graduatorie sia per non fornire alcun alibi e/o giustificazione alle infami pretese del ministro di turno di aumentare l'orario di lavoro degli insegnanti. L'offensiva governativa, solo per il momento apparentemente rientrata, di portare la settimana lavorativa di tutti i docenti (precari e di ruolo) a 24 ore di lezione frontale, a parità di salario, si è sempre basata infatti sul sempre attualissimo luogo comune secondo cui il lavoro dell'insegnante si limiterebbe a quello svolto in classe. La politica del Governo su questo punto è evidente. Le ore di lezione eccedenti alle 18 settimanali o 24 alla primaria (come buona parte delle attività aggiuntive) oggi sono facoltative e retribuite ma domani, quando all'opinione è pubblica e agli stessi lavoratori, si sarà cercato di far credere che è materialmente possibile insegnare per 24 ore settimanali nelle scuole medie e superiori, quelle ore aggiuntive potranno così diventare, molto probabilmente, obbligatorie e gratuite per Legge.
L'accordo del 31 maggio siglato tra Confindustria e CGIL (FIOM inclusa), CISL, UIL e UGL sulla "rappresentanza sindacale" stabilisce che a rappresentare i lavoratori ai tavoli negoziali con le aziende (per il momento solo nel settore privato ma è chiaro a tutti che si vuole estendere questo modello di relazioni sindacali anche al Pubblico Impiego) possono essere solo i sindacati collaborazionisti e firmatari di tutto. Il recente Regolamento D'ALIA, approvato dal CdM l' 8 agosto 2013 (come al solito l'estate è sempre la stagione più utile per tagliare), proroga il blocco del Contratto del Pubblico Impiego fino al 2014 e minaccia l'avvio di un suo ulteriore peggioramento nella parte normativa magari recependo proprio l'Accordo sui precari del luglio 2011. Basta limitarsi a considerare soltanto questi due recenti attacchi per trarre l'ennesima conferma che l'offensiva al mondo del Lavoro è ormai totalmente generalizzata e non fa più alcuna minima distinzione tra dipendenti "fissi e precari", "vecchi e giovani", "statali e privati", "italiani e stranieri", "del Nord e del Sud". Il prezzo della crisi economica viene sempre più scaricato sui lavoratori, pensionati, disoccupati e cittadini utenti di servizi pubblici allo sfascio totale, mentre continuano letteralmente a navigare nell'oro banchieri, industriali, speculatori finanziari, grandi evasori fiscali, dirigenti aziendali e dirigenti pubblici insieme a politicanti e sindacalisti ad essi asserviti in cambio di una ultraredditizia cogestione di fondi pensioni, formazione professionale e tutta una serie di servizi pubblici di cui lo Stato si sta progressivamente liberando e che sta privatizzando. Per queste ragioni abbiamo indetto per il
18 OTTOBRE 2013
SCIOPERO GENERALE
dei lavoratori pubblici, privati, precari, disoccupati, studenti e pensionati, italiani ed immigrati.
E' rimasto poco da difendere della scuola pubblica statale. Per affermare i principi costituzionali è necessaria la lotta, il conflitto e l'unità e l'indipendenza dei lavoratori, è necessario RICONQUISTARE LA SCUOLA PUBBLICA STATALE, LAICA DI MASSA SI PUÒ FARE CON IL SINDACATO CHE SERVE AI LAVORATORI SOSTIENI, COSTRUISCI L'UNIONE SINDACALE DI BASE NELLA SCUOLA