E’ stato firmato Venerdì l’accordo fra i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil e l’Amministrazione Comunale di Alessandria riguardante il futuro di ATM.
Sia l’amministrazione comunale che i sindacati firmatari dell’accordo esultano sui giornali per questa intesa siglata (già questo dovrebbe far riflettere).
L’accordo prevede che ATM verrà privatizzata e saranno garantiti i livelli occupazionali esistenti in azienda, l’inquadramento normativo dei lavoratori e i livelli salariali. Come temevamo i sindacati confederali si sono detti contrari alla privatizzazione solo a parole avendo dato il loro assenso alla svendita dell’azienda a privati. La stessa clausola sociale, come la vicenda Alitalia insegna, potrà essere disattesa il giorno dopo essere stata firmata, ma questo Cgil, Cisl e Uil fanno finta di non saperlo.
La cosa che più ci indigna è che le segreterie dei sindacati, ben lungi dal chiedere ai lavoratori il loro parere, hanno pensato bene che la questione ATM si potesse risolvere nella solita stanza chiusa, senza coinvolgere lavoratori, cittadini e studenti che da mesi protestano affinché il trasporto pubblico locale sia considerato un bene comune e pertanto salvaguardato.
Cgil, Cisl e Uil si rendono complici del Sindaco Fabbio, nonostante che 3000 cittadini abbiano firmato una petizione che chiedeva di non privatizzare ATM.
Cgil, Cisl e Uil firmano una clausola sociale riguardante i lavoratori, ma non si pongono minimamente il problema di migliaia di cittadini che quotidianamente usano gli autobus ad Alessandria.
Per loro non è stata firmata nessuna clausola sociale volta a garantire che non vengano aumentati i prezzi dei biglietti, vengano mantenuti gli sconti per le fasce sociali più deboli, pensionati e studenti in testa.
Cgil, Cisl e Uil sanno benissimo che i processi di privatizzazione vengono scaricati sui lavoratori coi tagli alla sicurezza sul lavoro (di cui non vi è traccia nella clausola sociale) e sui cittadini con l’aumento delle tariffe e l’abolizione degli sconti.
Lo sanno, ma hanno fatto finta di non saperlo e visto che sono parte del sistema clientelare costruito in decenni di mala gestione dell’azienda, hanno pensato bene di apporre la loro firma alla svendita di un bene comune della città.
Per fortuna, questi tre sindacati, rappresentano solo loro stessi (infatti non hanno neppure avuto il coraggio di indire un referendum fra i lavoratori) e se pensano che la protesta si fermerà hanno sbagliato di molto i loro calcoli.
I lavoratori e i cittadini che hanno costruito mesi di mobilitazione contro la privatizzazione di ATM, non hanno nessuna intenzione di smettere di lottare perché questo scempio venga fermato.
Che Cgil, Cisl e Uil fossero i “cagnolini docili” dell’amministrazione comunale lo sapevamo da tempo, ma questa volta hanno proprio deciso di vendersi per svendere ATM. Cittadini, lavoratori e studenti sapranno ripagarli con la stessa moneta. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Comitato contro la privatizzazione di ATM