Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

- Trasp. Ferroviario

Allarme rosso sicurezza sul lavoro nelle ferrovie: non più parole …

Nazionale,

Non ci sono più parole che esprimano l’angoscia e la rabbia per lo stillicidio di morti sul lavoro nelle ferrovie italiane.

Nemmeno il tempo di ripensare alla tragica fine di Emanuele Succi, dipendente di una ditta appaltatrice di RFI, folgorato lo scorso 20 giugno alla stazione Termini di Roma, ecco Vincenzo Riccobono, Antonio La Porta, Luigi Gazziano, della manutenzione infrastrutture di RFI, travolti e uccisi da un treno il 17 giugno sulla linea Gela-Licata in provincia di Caltanissetta, e poi assurdamente ancora il 5 luglio Alessio Corradini, sempre della manutenzione infrastrutture RFI, folgorato presso la stazione di Fabbro – Ficulle in Umbria.


In RFI le tutele per la sicurezza dei lavoratori, malgrado la tanta carta usata per scrivere procedure e norme, sono assolutamente e tragicamente inadeguate!

dal 2006 si contano 50 morti tra i lavoratori delle ferrovie: 6 all’anno 1 ogni due mesi.


Questa impressionante serie di morti sul lavoro è il costo per noi inaccettabile di un’organizzazione del lavoro che risente direttamente delle politiche di smantellamento del potenziale produttivo di RFI, con il relativo drastico taglio occupazionale, e di esternalizzazione delle attività di manutenzione verso imprese private dove il concetto di sicurezza sul lavoro è filtrato dalle priorità dei bilanci finanziari.

Miliardi di euro pubblici dirottati verso l’impresa privata con un immediato e palese obbiettivo raggiunto: la cancellazione delle tutele per la sicurezza dei lavoratori delle ferrovie, e come abbiamo tragicamente imparato con la strage di Viareggio del 29 giugno 2009, per la popolazione residente intorno alla ferrovia e per gli utenti del trasporto ferroviario.


Basta parole! Basta ipocrisia! Basta con i trastulli del governo sulle salvifiche riforme per l’Italia mentre in sordina si smantellano le risorse per gli organi di vigilanza sul lavoro! Basta con il collaborazionismo di CGIL, CISL, UIL & Co. Basta con l’impunità dei responsabili delle società del Gruppo FSI.


Chi deve pagare paghi! Chi deve vigilare vigili! Chi deve lottare lotti!