Con la demolizione del Ponte Morandi di Genova sembra di essere tornati ai tempi del “Lascia o raddoppia?” di Mike Bongiorno, quando il concorrente era chiamato a scegliere fra 3 buste sigillate: “La uno, la due o la trè?”
Nel caso del viadotto di Genova, che a detta di Toninelli sarebbe tornato operativo già tre mesi dal crollo, oggi ci troviamo dinanzi a un "nuovo" rilevamento di amianto e alla conseguente delicata scelta da prendere.
Usiamo il termine “nuovo” perché già da tempo i vigili del fuoco dell’Unione Sindacale di Base avevano segnalato la presenza di questo materiale tra le macerie.
Oggi come allora, le istituzioni giocano però a ridimensionare la presenza dell’amianto.
Per questo motivo Bucci, sindaco del capoluogo ligure e commissario per la ricostruzione del Ponte Morandi, comunica al mondo che se amianto sarà, esistono ben tre piani per poter proseguire nella demolizione.
Piano A: non c'è amianto, si fa un bel botto e via.
Piano B: c'è un po’ di amianto, si fa un bel botto e via.
Piano C: di amianto ce n’è tanto, non si fa un bel botto ma saranno i pompieri a toglierlo con i denti, senza fare rumore.
Insomma, comunque vada sarà un successo per il governo del fare, che in questo caso il "botto" può dirlo di averlo progettato e realizzato.
Nel frattempo registriamo il silenzio dei soliti colpevoli che del Morandi, dei vigili del fuoco ma soprattutto degli abitanti della vallata sottostante se ne fregano.
Coordinamento Vigili del Fuoco USB