E' la solita storia. In AMT, in questi anni di scissioni ed esternalizzazioni con precipitose retromarce, privatizzazioni, (s)vendite del patrimonio ed orrori vari, il bilancio della malagestione e di scelte politiche volutamente e colpevolmente fallimentari è stato pagato sempre e soltanto dai lavoratori e dagli utenti.
Oggi ancora una volta non si fa eccezione. Nelle drammatiche e convulse vicende di queste ore il vero obiettivo dell’azienda e del Comune è abbattere drasticamente il costo del lavoro aumentando però il tempo di lavoro. Ricetta fallimentare, ma tanto di moda oggi!
Per i lavoratori di AMT l’alternativa nel ‘migliore’ dei casi è la cassa integrazione (difficile mentre si chiedono nuove assunzioni) e soprattutto, come sempre, mancano totalmente garanzie per il futuro. Le misure di oggi infatti non garantiscono nulla e il rischio concreto è quello di essere chiamati presto a nuovi inaccettabili tagli e sacrifici.
Questo perché la crisi di AMT è la crisi generale del TPL e di tutti i servizi pubblici, costantemente ridotti e smantellati da tutti i governi locali e nazionali in obbedienza alle politiche che impongono di ridurre il debito pubblico tagliando selvaggiamente servizi pubblici e stipendi. Però, come dimostra anche la fallimentare vicenda del rinnovo del contratto nazionale, la crisi di AMT e del TPL è anche il risultato della scelta grave ed errata di CGIL CISL e UIL , condivisa anche dai sindacati autonomi, di concertare e cogestire sempre, comunque e a qualunque costo.
Il risulto disastroso è sotto gli occhi di tutti: salari fermi, forza contrattuale zero, diritto di sciopero calpestato e nei fatti negato. Le continue concessioni e rinunce non sono servite assolutamente a nulla e ai lavoratori si continuano a imporre tagli.
Per l’Unione Sindacale di Base è assolutamente necessario :
un sindacato totalmente indipendente da qualsiasi governo, nazionale e locale, di ogni colore. Indipendente nei fatti e non a chiacchiere. I danni causati ai lavoratori dalla logica dei cosiddetti governi amici o complici sono enormi. L’ultimo esempio è proprio il sindaco Doria. Da presunto amico a certo avversario dei lavoratori il passo è stato vergognosamente breve. Ma come ci si poteva illudere su chi governa coi partiti che a Roma sostengono il governo dei banchieri?
Il rispetto assoluto della volontà dei lavoratori. Per garantire questo servono innanzitutto le RSU. E’ inconcepibile che, a fronte di un numero spropositato di distaccati sindacali, non vi sia una rappresentanza eletta direttamente dai lavoratori. In Ansaldo Energia, azienda pubblica con circa 2500 dipendenti, ci sono una RSU e tre distaccati sindacali.
Per USB l’unica via è ripartire dalla mobilitazione vera e dalla forza che i lavoratori di AMT hanno dimostrato di avere (vedi il 17 gennaio scorso) e non da accordi al ribasso. Già in passato i lavoratori di AMT si sono opposti con successo ad accordi pasticciati fatti sopra le loro teste.
Il piano di Comune ed azienda va assolutamente bloccato e respinto, costringendo gli Enti locali ed il governo ad affrontare seriamente il problema delle risorse e respingendo nettamente e fermamente qualsiasi ipotesi che penalizzi ulteriormente i lavoratori senza dare nessuna garanzia per il futuro.