I lavoratori degli enti Pubblici di Ricerca sono pienamente coinvolti nell’attacco che il Governo Monti sta portando avanti contro i lavoratori di questo Paese ed in particolare contro i dipendenti pubblici. Il blocco del Contratto Nazionale, il diritto alla carriera negato, il salario fermo al 2010 sono tutte misure che incidono pesantemente sulle condizioni materiali dei lavoratori degli enti di ricerca.
Ai lavoratori precari della ricerca viene negata qualsiasi prospettiva di stabilizzazione, mentre si pensa ad introdurre la riforma Fornero anche nel pubblico impiego; riforma che in alcuni suoi principi, peggiorativi per la vita dei precari, è già applicata da qualche zelante dirigente.
Il Ministro Profumo ha tentato con un blitz piuttosto maldestro di accorpare tutti gli enti vigilati dal suo Ministero in un super CNR al servizio dell’impresa. Gli enti non vigilati dal MIUR sono pericolosamente in bilico tra ente di ricerca e agenzia governativa. Complessivamente è in atto il tentativo di scippare al Paese una risorsa fondamentale rappresentata dal sistema degli Enti Pubblici di Ricerca, stravolgendone la mission rivolta fino ad oggi agli interessi dei cittadini piegandola invece sulle imprese incapaci di produrre una ricerca all’altezza.
Mentre CGIL CISL e UIL, seppure con modi diversi, cercano disperatamente di riconquistare un ruolo nella concertazione che il Governo puntualmente gli nega, è ormai chiarissimo ai più che spazi di trattativa non ce ne sono. Non ci sono più margini per soluzioni individuali.
A contrapporsi sono due modelli sociali e di sviluppo nei quali il ruolo e la funzione della ricerca pubblica sono diametralmente opposti e assolutamente divergente è anche il destino dei lavoratori che in questi enti operano.
Da un lato una ricerca finalizzata unicamente al profitto in mano a poteri forti, grande finanza e dell’impresa ad essa collegata, con i lavoratori individuati come costo da tagliare o una risorsa da spremere per ottenere una maggiore produzione.
Dall’altro una ricerca pubblica che produce conoscenza da mettere al servizio del Paese, che svolge anche un ruolo a tutela dei cittadini, della loro salute, dell’ambiente in cui vivono; in cui i lavoratori sono una risorsa sulla quale investire e vengono messi ogni giorno nelle migliori condizioni per svolgere la fondamentale funzione che gli viene attribuita.
In questo scontro possiamo stare a guardare o assumere un ruolo da protagonisti.
Abbiamo la possibilità di difendere il nostro salario, i nostri diritti e le nostre condizioni di lavoro insieme alla nostra funzione in base alla quale abbiamo scelto di fare questo mestiere. Lo possiamo fare solo se abbiamo la consapevolezza che con questo Governo non ci sono spazi di mediazione e l’unica strada per fermarlo è mandarlo a casa e dare contemporaneamente un segnale forte a chi intende candidarsi alla guida del Paese con le prossime elezioni per continuare con le politiche anti sociali imposte dalla BCE.
Per questo invitiamo tutti i lavoratori della ricerca, precari e non, a partecipare al
NO MONTI DAY
manifestazione nazionale sabato 27 ottobre a Roma
ore 14,30 Piazza della Repubblica