Lo sciopero del giorno 10 dicembre 2010 ha visto mobilitati nella protesta per i tagli economici previsti al settore i lavoratori nella stragrande maggioranza delle città italiane.
Il completo blocco dei trasporti nelle città di Napoli come a Milano, dei servizi della regione Sicilia come nella società SAD di Bolzano, così come il servizio urbano di Cremona che ha raggiunto un'adesione dell' 80% e quello di Firenze dell' 88%; significative le adesioni degli autoferrotranvieri di Padova dove hanno aderito il 75% degli addetti alla metro e tram della città. Tutte le altre città si sono attestate ad una adesione che varia dal 40% al 50%, come Roma, Venezia, La Spezia, Brescia, Pisa e così via.
Una adesione non proprio scontata, vista la pressione economica che si continua a perpetrare sulla tasche dei lavoratori tutti; una adesione significativa che dimostra la consapevolezza di dover reagire davanti ad una continua operazione di smantellamento dei servizi pubblici ed in particolare quello del trasporto pubblico locale sul quale pesa il piano del contratto della mobilità che ha ingessato il settore dal dicembre 2007 producendo esclusivamente penalizzazioni economiche e normative per i lavoratori tutti.
E' ormai cosa evidente che la “politica” dei tagli e la trasformazione delle aziende pubbliche in S.P.A. perpetrata fin dall'inizio degli anni novanta, non ha prodotto alcun risanamento del settore; la mancanza di una progetto di mobilità credibile, la non volontà di misurarsi con le problematiche dell'ambiente e dell'energia hanno volutamente disatteso tutte le esigenze della collettività trasformando il trasporto pubblico locale in un nuovo elemento di mercato economico
Di fronte alle prospettive di nuovi e pesanti tagli che vogliono spingere definitivamente il settore in mano ai privati che continuano a sottrarre denaro pubblico a loro vantaggio, le OO.SS. di base rivendicano investimenti seri, credibili per il settore al quale bisogna restituire una prospettiva di sviluppo che sappia rispondere alle esigenze di mobilità dell'intera collettività e non alle esigenze di speculazione e profitto dei vari baroni del settore; questo in particolar modo nel frangente di una crisi strutturale della società che vede defalcare i livelli occupazionali su tutti i settori, offendere i livelli di qualità della vita di milioni di famiglie che in modo particolare oggi hanno l'esigenza di un servizio pubblico che sappia dare risposte.
Per tutto questo USB lavoro privato, Cobas del lavoro privato e SLAI Cobas
non lasceranno morire la vertenza rilanciata con lo sciopero del 10 dicembre 2010 e rivendicando al fianco dei lavoratori:
1.Aumenti salariali legati all’inflazione reale;
2.Sicurezza nei luoghi di lavoro e sanzioni penali per chi provoca infortuni gravi e mortali;
3.Il superamento del precariato e la tutela dei livelli occupazionali, abbandonando le politiche sulla privatizzazione e sulle esternalizzazioni.
4.Rivedere il vergognoso accordo del 19 settembre del 2005 sul trattamento di malattia che penalizza le lunghe degenze;
5.Rivendicare un trasporto collettivo pubblico che sia fondato non solo sulla riduzione dei costi ma sullo sviluppo per creare più occupazione e diminuire l’inquinamento ambientale.