L’USB Vigili del Fuoco fa appello al Presidente della Repubblica per chiedergli di non firmare la legge sulla Protezione Civile in corso di approvazione in questi giorni.
“Per una volta chiediamo noi di essere aiutati – recita la lettera inviata a Napolitano - Negli ultimi dieci anni si sono progressivamente tagliati i fondi destinati al Corpo Nazionale di quasi il 35%. Tagli indiscriminati che hanno indebolito il dispositivo del soccorso, gli organici sono all’osso, e solo la costante presenza della componente precaria, Pompieri a chiamata, riesce in parte a supplire a queste carenze. (…) A tutto questo si aggiunga la situazione dei mezzi in buona parte vetusti, mal messi e le attrezzature da ammodernare. Non parliamo delle sedi di servizio, fatiscenti, con servizi igienici ai limiti della decenza”.
“Il colpo finale – spiega la lettera - arriva con la riforma del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che ha peggiorato notevolmente le condizioni generali di lavoro e soprattutto ha indebolito tutta la struttura del soccorso, marginalizzando le figure tecniche ed aumentando a dismisura la componente prefettizia. Una ‘occupazione’ dei prefetti che si traduce in una militarizzazione funzionale solo all’inserimento dei pompieri nei corpi di polizia”.
“Noi invece – sottolinea l’USB VV.F - abbiamo da sempre rivendicato il nostro ruolo all’interno della Protezione Civile, il nostro alveo naturale, e chiediamo una riforma che tenga conto della nostra professionalità, della nostra funzione primaria nelle calamità, del nostro ruolo nella prevenzione. La riforma subita del Corpo Nazionale e l’attuale decreto legge sulla Protezione Civile non tengono conto di questi aspetti, un assurdo che indebolisce tutto il sistema di soccorso nazionale”.
E prosegue: “In virtù di questo, Presidente, Le chiediamo di aiutarci: per prima cosa non firmi la legge che è in corso di approvazione in questi giorni e che mira a modificare la 225 del 1992, in materia di Protezione Civile, in quanto peggiorativa della precedente e per nulla condivisa da chi il soccorso lo conosce e lo svolge, ma studiata a tavolino da burocrati, la cui unica preoccupazione e tagliare i costi senza considerare le conseguenze. I limiti di questa futura legge si sono visti proprio durante questa ultima emergenza, che ha colpito l’Emilia, il Veneto e la Lombardia. Lo stesso Prefetto Gabrielli ha definito tempo fa, l’attuale modello di Protezione Civile un Tir con il motore di una 500”.
Conclude l’appello USB al Presidente: “Il diritto al soccorso è patrimonio comune, un soccorso non efficiente colpisce tutti: ricchi, poveri, imprenditori, operai, cittadini comuni, cittadini eccellenti, consiglieri, sindaci, deputati, senatori, professori e presidenti. Non siamo in cerca di commiserazione, non siamo uomini ai quali piace lamentarsi, siamo abituati ad affrontare situazioni difficili, a volte disperate, però senza risorse non possiamo farcela”.
Ufficio Stampa USB Rossella Lamina Tel. 0654070479 Cell.3474212769 ufficiostampa@usb.it