E' di questi giorni un nuovo pesantissimo attacco contro le donne, in particolare alle lavoratrici del pubblico impiego, da parte di questo governo ben rappresentato dal ministro Brunetta.
Con il pretesto di dare corso ad una sentenza della Corte di Giustizia Europea riguardante la parità di trattamento economico tra lavoratori di sesso diverso, il Governo intende aumentare di nuovo l'età pensionabile portandola a 65 anni per le lavoratrici della Pubblica Amministrazione con il coinvolgimento immediato delle lavoratrici di tutto il mondo del lavoro.
Ne questo ne i Governi precedenti si sono preoccupati di applicare un'altra sentenza della Corte riguardante il riconoscimento dell'anzianità di servizio per le lavoratri ci precarie. Tutto è utilizzato per tentare di cancellare i diritti, cominciando da uno dei settori più deboli di questa società: le lavoratrici che ormai suppliscono completamente alle funzioni di uno stato sociale cancellato dalle forze politiche di ambedue gli schieramenti, divenute, di volta in volta, maggioranze di Governo.
Sono infatti le donne che pagano il prezzo più alto in termini di salario, di disoccupazione, di precariato e di qualità della vita, fra tagli di servizi indispensabili (scuola e sanità), aumenti di carichi di lavoro dentro e fuori le mura domestiche ed il dilagare della violenza sul proprio corpo, scelte e libertà.
E' tempo che le lavoraticiri ci riprendano nelle proprie mani l'iniziativa contro questo nuovo e gravissimo attacco alle condizioni di lavoro e di vita delle donne, per una battaglia che metta al centro la riconquista di tutti i diritti e non permetta di barattare, con l'aumento dell'età pensionabile di altre donne, la mancanza di servizi sociali (vedi l'aberrante proposta dei radicali)
NOI DELEGATE, ELETTE RSU E MILITANTI DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DI BASE, FACCIAMO APPELLO A TUTTE LE DONNE, AI COLLETTIVI FEMMINISTI, AI MOVIMENTI PERCHË SI AVVII LA COSTRUZIONE DI UNA MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO QUESTO ULTERIORE ATTACCO CHE IMPORRE ALLE DONNE DI PAGARE PER PRIME IL PREZZO PIÚ ALTO DELLA CRISI ECONOMICA CHE INVESTE TUTTO IL MONDO DEL LAVORO E LA SOCIETA' NELLA SUA COMPLESSITA' .