- In vista della prossima assemblea degli azionisti della società dello scalo bolognese, il 26 aprile, la USB lancia un appello alla città, alle istituzioni e soci pubblici perché si affrontino le carenze strategiche e correnti dell’aeroporto Marconi.
Nonostante la pandemia nell'aeroporto di Bologna si sono mantenuti livelli di traffico migliori rispetto a tanti altri aeroporti italiani: tuttavia il gestore aeroportuale (AdB) non ha approfittato del relativo fermo per affrontare se non risolvere le carenze strutturali ormai decennali.
Ci troviamo di fronte ad un aeroporto che soffre fin dalla nascita di una elevata densità di clientela per metro quadrato: già sottodimensionato alla nascita nel corso del tempo ha subito scelte che hanno aggravato la situazione.
Ben due piani di sviluppo quadriennali avevano previsto un aumento dei pontili di imbarco ma il progetto è rimasto sulla carta. Per fare spazio a negozi e attività commerciali mancano spazi vitali per controlli di sicurezza, imbarchi e check-in. Già l'estate scorsa non c'erano sedie a sufficienza e spazi, ad ogni volo un assembramento, dati di fatto segnalati anche da numerose lamentele e da articoli di stampa. A questa situazione si aggiunge la tristissima vicenda del People Mover che da “soluzione” al collegamento tra la stazione ferroviaria di Bologna allo scalo aeroportuale si è trasformato in “problema”.
Nonostante i ristori e le nuove rotte, il gestore AdB continua a “risparmiare” sul personale e di conseguenza si vengono a creare enormi disservizi all'utenza. Basti pensare che nella prima ora di attività decollano circa una decina di aerei: sono circa 2000 i passeggeri che devono effettuare i controlli di sicurezza ecc. Avendo ancora del personale in contratto di solidarietà e cassa Integrazione, l'apertura della sala imbarchi della mattina avviene in ritardo rispetto all’afflusso dei passeggeri (ultimamente, dopo oltre un'ora di coda, restano a terra anche 15 passeggeri per un volo solo).
Una condizione che esaspera gli animi dei passeggeri creando situazioni di disagio che scaturiscono in episodi di aggressione nei confronti del personale.
Tutto questo si traduce in una condizione di stress lavorativo che non viene riconosciuto e che viene aggravato da una carenza di programmazione dei turni che risulta così incoerente, caotica e discriminatoria (specie sulla turnazione dei festivi, dei fine settimana, delle ferie). Per non parlare degli errori e stranezze che le lavoratrici e lavoratori si ritrovano in busta paga.
Questa situazione non è un problema solo di chi in aeroporto ci lavora o ci transita, questo è un problema per la città di Bologna e per tutta l’area metropolitana. Le lavoratrici e lavoratori dell’aeroporto di Bologna non meritano di subire tutto questo, e la città di Bologna non merita di avere uno scalo aeroportuale in queste condizioni.
USB Bologna