Su proposta del Ministro della pubblica amministrazione e semplificazione, il Consiglio dei Ministri ha approvato, salvo intese, un regolamento contenente il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Il codice, emanato in attuazione della legge anti-corruzione (legge n. 190 del 2012), in linea con le raccomandazioni OCSE in materia di integrità ed etica pubblica, indica i doveri di comportamento dei dipendenti delle PA e prevede che la loro violazione è fonte di responsabilità disciplinare.
Tra le disposizioni del codice ci sono:
- il divieto per il dipendente di chiedere regali, compensi o altre utilità, nonché il divieto di accettare regali, compensi o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore (non superiore a 150 euro) - anche sotto forma di sconto. I regali e le altre utilità comunque ricevuti sono immediatamente messi a disposizione dell’Amministrazione per essere devoluti a fini istituzionali;
- la comunicazione del dipendente della propria adesione o appartenenza ad associazioni e organizzazioni (esclusi partici politici e sindacati) i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento delle attività dell’ufficio;
- la comunicazione, all’atto dell’assegnazione all’ufficio, dei rapporti diretti o indiretti di collaborazione avuti con soggetti privati nei 3 anni precedenti e in qualunque modo retribuiti, oltre all’obbligo di precisare se questi rapporti sussistono ancora (o sussistano con il coniuge, il convivente, i parenti e gli affini entro il secondo grado);
- l’obbligo per il dipendente di astenersi dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti le sue mansioni in situazioni di conflitto di interessi anche non patrimoniali, derivanti dall'assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici;
- la tracciabilità e la trasparenza dei processi decisionali adottati (che dovrà essere garantita attraverso un adeguato supporto documentale).
- il rispetto dei vincoli posti dall’amministrazione nell’utilizzo del materiale o delle attrezzature assegnate ai dipendenti per ragioni di ufficio, anche con riferimento all’utilizzo delle linee telematiche e telefoniche dell’ufficio: chi ha a disposizione un mezzo di trasporto o una linea telefonica, può utilizzarli solo "per ragioni d'ufficio".
- gli obblighi di comportamento in servizio nei rapporti e all’interno dell’organizzazione amministrativa;
- per i dirigenti, l’obbligo di comunicare all’amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possono porli in conflitto d’interesse con le funzioni che svolgono; l’obbligo di fornire le informazioni sulla propria situazione patrimoniale previste dalla legge; il dovere, nei limiti delle loro possibilità, di evitare che si diffondano notizie non vere sull’organizzazione, sull’attività e sugli altri dipendenti;
- è infine assicurato il meccanismo sanzionatorio per la violazione dei doveri di comportamento. I dipendenti che violano il codice di comportamento approvato dal Consiglio dei ministri rischiano sanzioni che prevedono anche il licenziamento. "L'illecito disciplinare – prevede il provvedimento - derivante dalla violazione di un dovere di comportamento previsto dal presente codice va accertato all'esito del procedimento disciplinare regolato dalla normativa vigente" e "il tipo di sanzione disciplinare concretamente applicabile, incluse quelle espulsive, va rinvenuto nei contratti collettivi e nella normativa, anche regolamentare, vigenti in ciascun settore, tenuto conto, anche ai fini dell'entità della sanzione, della gravità del comportamento e dell'ammontare del pregiudizio, anche morale, arrecato al decoro o al prestigio dell'amministrazione". "Sono altresì individuati – sempre secondo il provvedimento - gli illeciti disciplinari previsti dal presente codice comportamento che, in relazione alla gravità della violazione o alla recidiva nella commissione degli stessi, possono comportare l'applicazione della sanzione del licenziamento con preavviso".
Si gira sempre intorno ai veri problemi. Niente di nuovo sotto il sole. Si reintroducono norme già in vigore. Come sempre si fa un copia incolla, a parte qualche piccola novità. Questo provvedimento dà il senso di quello che la classe che ci governa non sa fare. Risolvere il conflitto d’interesse e fare una vera legge anticorruzione. E allora il governo esce di scena, dimostrando di non contare più nulla. Hanno approvato il conflitto di interesse e l'obbligo di osservanza del codice etico, pena licenziamento, per i dipendenti statali ma questo non riguarda chi siede nel parlamento! Hanno il coraggio di fare provvedimenti di codice etico che vale per i dipendenti pubblici e non per i politici che hanno interessi nelle banche nelle televisioni nelle assicurazioni e in tutti i gangli dell' economia italiana. Si discute sempre tantissimo sui media se un politico può entrare in parlamento anche se ha una condanna passata in giudicato o no, quando un cittadino non può fare il bidello se ha solo un avviso di garanzia. E’ la solita porcheria: il 99% della corruzione pubblica è appannaggio dei politici, dei loro cooptati, incaricati e consulenti, che occupano poltrone in enti e società, lucrando indecorosamente, ma norme e strumenti anti-corruzione vengono sempre riservati ed indirizzati pubblicamente contro i lavoratori dipendenti pubblici.
Dulcis in fundo: ma ce li vedete i SUPERBUROCRATI a dire che SONO MASSONI, LOBBYSTI, di COMUNIONE E LIBERAZIONE o dell’ OPUS DEI ??? Che fanno? ..Si autodenunciano?????
Ma fateci il piacere....