Nella foga con cui CGIL, CISL e UIL stanno in questi giorni propagandando la bontà del CCNL da loro firmato, diventa tutto bello, tutto buono, tutto “acquisitivo”, per dirla con le parole usate dalla Cgil per definire questo contratto. Uno dei cavalli di battaglia della loro propaganda è il presunto miglioramento delle condizioni normative sulla malattia. Sarà vero?
L’odiosa “tassa sulla malattia” è rimasta, dunque si riferiranno sicuramente a qualcos’altro.
E’ stato invece chiarito che in caso di patologie gravi che richiedono terapie salvavita sono esclusi dalle decurtazioni e dal calcolo del periodo di comporto i giorni di assenza dovuti agli effetti collaterali delle citate terapie. Ma perché mettere un limite di quattro mesi?!?
Chi ha firmato quel contratto probabilmente non si rende conto di quanta parte del salario è legata alla presenza, dalla produttività ai buoni pasto, e che chi si trova a lottare per la vita contro una malattia che gliela vuole togliere ha già una preoccupazione in più che non dovrebbe avere: quello di vedere sensibilmente diminuito il proprio reddito. Ma per Cgil, Cisl e Uil chi si trova in una situazione così difficile deve farsi altri conti, quelli di non superare i quattro mesi di terapia.
Ma il principale cavallo di battaglia della loro propaganda sono senza dubbio le “ulteriori” 18 ore (o 3 giorni) di permesso per visite specialistiche, che secondo loro sarebbero “aggiuntivi alla possibilità di effettuazione di visita specialistiche previsti dai successivi commi 11-15 del medesimo art. 35” (cit. comunicato Uil del 4 gennaio 2018)
Ma di cosa parlano. Nei commi dall’11 al 14 appare evidente che l’unica ipotesi di malattia per visite specialistiche è quella che la visita comporti una situazione di incapacità lavorativa. Quindi non è vero in assoluto ma soltanto in quei casi di visite particolarmente invasive che impediscono la ripresa del lavoro, mentre precedentemente il ricorso alla malattia era possibile in ogni caso. È quindi evidente che non siamo di fronte ad alcun riconoscimento di ulteriore diritto, ma ad un ridimensionamento di quello che avevamo precedentemente.
Per fortuna interviene il vero capolavoro di Cgil Cisl e Uil a risolvere tutti i problemi legati a malattie e visite specialistiche, il comma 15:
“Resta ferma la possibilità per il dipendente, per le finalità di cui al comma 1, di fruire in alternativa ai permessi di cui al presente articolo, anche dei permessi brevi a recupero, dei permessi per motivi familiari e personali, dei riposi connessi alla banca delle ore, dei riposi compensativi per le prestazioni di lavoro straordinario, secondo la disciplina prevista per il trattamento economico e giuridico di tali istituti dal presente CCNL.”
Li ringraziamo per averci dato l’autorizzazione ad utilizzare riposi compensativi e permessi da recuperare per andare a fare le visite!
Nel nuovo contratto, inoltre, non c’è più traccia della possibilità di avere un’idonea articolazione dell’orario di lavoro per particolari esigenze collegate a terapie o visite specialistiche così com’era previsto nell‘articolo 49 comma 8 del CCNL Agenzie Fiscali.
Ciliegina sulla torta l'obbligo della programmazione mensile per quanto riguarda la fruizione dei permessi 104 al fine di garantire la funzionalità degli uffici e la migliore organizzazione dell'attività amministrativa, recita testualmente l'articolo 33 comma 2 del CCNL.
Soltanto in caso di necessità ed urgenza la domanda di permesso potrà essere presentata nelle 24 ore precedenti la fruizione del permesso.
Evidentemente per CGIL, CISL, UIL e CONFSAL, e INTESA, che si è aggiunta il 12 febbraio, le esigenze organizzative vengono prima del diritto alla salute dei lavoratori.
Ebbene quando sarà l’ora di andare a votare per le elezioni RSU del 17/19 aprile ricordatevi di questo vergognoso e generale attacco al diritto alla salute, simbolo dell’arroganza di questo contratto. Se darete di nuovo il voto a chi lo ha firmato, poi non stupitevi se al prossimo contratto ci toglieranno altri diritti, fermo restando che sarà sempre possibile utilizzare le ferie, a loro buon cuore.