Da alcune settimane tiene banco sulla stampa locale la polemica riguardante la società Casalp SpA, cioè l’ente di gestione del patrimonio ERP, e il problema delle occupazioni abitative. Ci saremmo aspettati una analisi completa su un tema importante come quello del ruolo del pubblico all’interno delle politiche di intervento sociale. A maggior ragione dopo anni di crisi economica che hanno prodotto un impoverimento generale, ed oggettivo, di larghe fasce di popolazione. Lavoratori e cittadini che a causa anche del carovita crescente trovano sempre più difficoltà a pagare affitti privati e mutui.
Purtroppo, come ormai è cosa diffusa, non si riesce ad uscire da un’impostazione, condivisa da destra a “sinistra” che vede tutti gli inquilini ERP, e in generale tutti quelli che usufruiscono di interventi pubblici nel sociale, degli approfittatori parassiti su cui abbattersi senza pietà. Chi si trova in difficoltà economica ha per forza qualcosa da nascondere. Tralasciando, per il momento, la prima considerazione più semplice e banale e cioè che sarebbe auspicabile che questa morbosa attenzione si concentrasse su ben altri temi come l’evasione fiscale cronica (in Italia si stima in circa 100 miliardi l’anno) o su tutti quei palazzinari che hanno truffato il fisco nel primo periodo del superbonus 110, vorremmo dire la nostra sulla polemica in corso chiarendo alcuni aspetti.
Una prima premessa importante: Asia-Usb Livorno non ha mai sostenuto le occupazioni abitative di alloggi ERP assegnabili. Ci siamo invece sempre battuti affinché tutte le case disponibili fossero subito assegnate attraverso le graduatorie, Graduatorie che vedono anche centinaia di nostri iscritti ed iscritte che hanno subito uno sfratto o che vivono in strutture (non ERP) occupate e che giustamente sono inserite negli elenchi. In questi anni di crisi si doveva, e si può ancora, mettere in piedi una strategia che vada in controtendenza rispetto agli ultimi 30 anni di politiche abitative. Il nostro patrimonio ERP si è ridotto per più del 50%. Attraverso vendite massicce, piani di “recupero” che non prevedevano la ricostruzione di un numero pari di alloggi ci siamo ritrovati con poco più di 4000 alloggi ERP. Molti dei quali non sono stati interessati da programmi di ordinaria e straordinaria manutenzione e che si trovano in pessime condizioni. Il vero problema è questo. Dagli anni 90 si è pensato che il ricorso al privato avrebbe risolto tutti i problemi. È bastata la crisi del 2008 prima e quella pandemica dopo per farci capire che il ruolo del pubblico nel sociale DEVE essere centrale. Se non si vuole mettere per strada centinaia e centinaia di famiglie.
Oggi si mette sotto la lente di ingrandimento Casalp per i crediti non riscossi. Giusto e sacrosanto, anche se bisognerebbe sempre fare dei distinguo tra chi ha redditi alti e chi invece campa con pochi spiccioli. Nulla da dire sui milioni di euro trasferiti dal Comune, attraverso l’ente, direttamente nelle tasche di palazzinari privati come Cagliata per l’emergenza sfratti degli scorsi anni? Invece di investire questi soldi per ristrutturazioni massicce, con il pretesto dell’emergenza si andavano a reperire alloggi privati per gli sfrattati pagandoli profumatamente a prezzi di mercato. Il primo a riscuotere era proprio Cagliata.
Niente da dire sui temi della sicurezza in alcuni quartieri, come ad esempio la Guglia, in cui nel giro degli ultimi anni, tra tetti crollati, cornicioni pericolanti, spazi comuni ed appartamenti semidistrutti ci sono ancora centinaia di inquilini costretti a vivere in queste condizioni. Vogliamo andare a vedere il sistema dei preventivi per i cosiddetti ripristini? Migliaia di euro per imbiancare un alloggio e cambiare i sanitari? Ci arrivano continuamente segnalazioni di appartamenti consegnati che nel giro di due settimane hanno bisogno di altri interventi urgenti. Così si guadagna due volte.
La polemica giornalistica ha raggiunto il livello più grottesco e scabroso negli ultimi giorni. La mancanza di alloggi in città per le graduatorie è dovuta alle occupazioni. Alle occupazioni? Ma che esistono centinaia di alloggi che aspettano da anni il ripristino, o che neanche gli uffici tecnici di Casalp hanno piena contezza di quali e quanti sono, oppure che non c’è un vero programma regionale e nazionale di nuove costruzioni da trent’anni, non se ne parla.
Così si alimenta la guerra al povero. Visto che gli alloggi sono tutti occupati (così come i percettori del reddito tutti truffatori) tanto vale eliminare il problema alla radice ed abolire l’ERP.
Come Asia USB negli ultimi mesi stiamo affrontando decine e decine di sfratti. Quasi uno al giorno. Famiglie che pagavano un mutuo o un affitto privato. Lavoratori che avevano un impiego o una attività. Bambini e bambine anche piccoli, che subiscono un trauma che li segnerà per tutta la vita.
Non abbiamo nessuna vergogna di fronte a tutto ciò. Non ci sentiamo colpevoli di nulla. Il ruolo dello Stato deve essere quello di tassare chi ha rendite milionarie e chi specula sulle nostre spalle per sostenere chi si trova, temporaneamente o meno, in difficoltà. L’alternativa sarebbe giustificare una società che vede il 10% della popolazione italiana detenere il 50% della ricchezza. Questa ricchezza deve appartenere a tutti e non solo a pochi. Se non è il pubblico a garantire questa redistribuzione saranno gli stessi cittadini a farlo.
Asia USB Livorno