Il sindacato chiede di aprire un tavolo con l'amministrazione Persiani: «Chiediamo una risposta concreta per sostenere quelle persone che pur lavorando non riescono a pagare un affitto
Massa - Un progetto, quello del Comune Garante, che per qualche anno lo ha aiutato a sostenere l’affitto di casa. Una riduzione dello stipendio, da 1400 a 900 euro, che nel frattempo provoca un rallentamento nella restituzione dei soldi che deve al Comune. E un debito che di mese in mese è iniziato a crescere. Per una famiglia di Massa lo sfratto potrebbe essere dietro l’angolo nelle prossime settimane. L’Unione sindacale di base chiede a mezzo stampa all'amministrazione Persiani di aprire un tavolo di trattativa per trovare un accordo per la restituzione del debito maturato dalla famiglia e la sospensione dello sfratto.
Qualche anno fa, M., sua moglie e le sue due figlie, risultano idonei per partecipare al progetto Comune Garante: l’ente prende in affitto da alcuni privati degli alloggi sfitti e li sub affitta a canone agevolato a famiglie e persone in difficoltà. Così va avanti per un po’. Per cause di forza maggiore, però, M. subisce una drastica riduzione del suo stipendio e ciò che mensilmente dovrebbe versare all'amministrazione inizia a saltare. Lo scorso anno il debito maturato è ormai un buco talmente nero da togliergli il sonno e l’uomo prova ad accedere al fondo per inquilini morosi incolpevoli messi a disposizione dalla Regione Toscana. Per ottenerlo è necessario sottoscrivere un nuovo contratto con il proprietario di casa, così recede da quello con il Comune Garante e inizia l’iter con la Regione Toscana. Ma qualcosa non va per il verso giusto.
«Non sono stato informato dagli uffici comunali che per accedere al fondo dovevo essere stato licenziato». In poche parole salta il contributo regionale ed è ormai fuori dal progetto comunale. Così la famiglia si vede notificare un procedimento di sfratto, arrivato al quarto rinvio, che il 22 gennaio diventa eseguibile. «La nostra richiesta – dice Elia Buffa dell’Usb – è quella di aprire una trattativa con il Comune così da sospendere lo sfratto. Da vent'anni vengono operate politiche emergenziali per affrontare il tema del diritto alla casa, noi chiediamo una risposta concreta all'amministrazione, per sostenere quelle persone che pur lavorando non riescono a pagare un affitto».
«Non difenderemo il progetto Comune Garante, ma è stato un tentativo di dare una risposta all'emergenza abitativa del territorio. Ad oggi i 66 appartamenti sbandierati dall'amministrazione per noi sono una non-risposta, perché ad essere risultate idonee, e quindi aventi diritto, per un alloggio popolare, sono state 424 nuclei familiari. E quei nuclei non sono spariti. Per questo chiediamo all'amministrazione di aprire un tavolo di confronto su queste criticità».
Il neonato sindacato invita anche le altre famiglie che hanno disagi di questo tipo a recarsi allo sportello di piazza Aranci 29, aperto il martedì e il venerdì dalla 9 alle 12 e dalle 15 alle 17. Il sindacato, inoltre, a Villette e ai Poggi ha iniziato a promuovere un “questionario di quartiere” per dare vita ad un laboratorio di partecipazione popolare.
Sabato 5 gennaio 2019 alle 08:29:52
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