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Industria

Ex Ilva: nuova richiesta di Cigs per altre circa 2000 unità, per un totale di 5.500. Il quadro richiede coraggio, Governo nazionalizzi e abbandoni una trattativa al ribasso

Taranto,

Ex Ilva. Rizzo e Colautti: “Nuova richiesta di cigs per altre circa 2000 unità, per un totale di 5.500. Il quadro, cambiato e decisamente preoccupante, richiede coraggio. Il Governo nazionalizzi nell’interesse dei lavoratori e della comunità e abbandoni una trattativa al ribasso”

“Abbiamo appreso, nell'incontro terminato poco fa, che le condizioni attuali non consentono una trattativa equa con Baku Steel. La richiesta fatta dall’azienda al Ministero di una nuova corposa procedura di cassa integrazione, (circa unità, per un totale di 5.500 lavoratori) alimenta le nostre preoccupazioni. E’ ovvio che ora , di fronte ad un quadro profondamente cambiato, è indispensabile che il Governo dia prova della sua autorevolezza, operando scelte coraggiose a tutela di tutti gli attori in campo, avviando una volta per tutte la nazionalizzazione dell’acciaieria, con la messa in sicurezza dei posti di lavoro e dell’ambiente.  Come nel caso Sanac, bisogna chiudere una trattativa portata avanti con una strategia sbagliata, che ha messo Baku Steel in condizioni di avere il coltello dalla parte del manico.  Come sbagliato è stato dettare tempi troppo stretti per il bando destinato all'acquisto, prima da perfezionare entro il 2024, ora slittato a  giugno 2025.

Tutto questo va a compromettere ancor di più la questione occupazionale.  Tocca ricordare che tutto quello che accade determina inevitabilmente i propri effetti sui lavoratori, e non solo su di essi. Questi i numeri: 10.300 i diretti, 1.500 gli ex Ilva in As e oltre 4.000 dell’appalto. Oltre che sui numeri della produzione di acciaio a rischio, si rifletta dunque molto bene soprattutto su questi numeri, che sono volti di lavoratori e famiglie. In mancanza di rapidi sviluppi, è necessario  uno scatto di orgoglio da parte del Governo per evitare che il peso di tutta la vertenza venga scaricato sui lavoratori.

Ci aspettiamo a strettissimo giro la convocazione di un tavolo di confronto nel quale discutere di quello che in realtà accade oltre le dichiarazioni, dal momento che non abbiamo documenti ma solo parole. L'Usb ha intanto prodotto un corposo fascicolo, consegnato a marzo scorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Ministri, nel quale avanziamo, motivandole, tutta una serie di proposte suddivise in cinque assi:  la cessione degli asset dell’ex Ilva; il contesto sociale e lavorativo; il varo di misure straordinarie; il patto generazionale e la salvaguardia della occupazione, il Paese; il protocollo operativo per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. È un dovere confrontarsi sulla direzione verso cui sta andando questa trattativa, motivo per il quale è inevitabile adesso l'istituzione di un tavolo permanente di informazioni e confronto. In assenza, Usb non starà a guardare".

 

Francesco Rizzo e Sasha Colautti

Esecutivo Nazionale Usb