In un momento mai così drammatico e così vicino alla guerra dopo gli attacchi all’Iran da parte di Israele e USA, mentre è tuttora in atto il genocidio a Gaza e la guerra in Ucraina ancora in corso, nel summit NATO che si terrà a L’Aja dal 24 al 26 giugno, verrà deliberato il più grande finanziamento per il riarmo della storia Europea di circa 800 mld di €.
L’Europa e il bacino mediterraneo saranno il baricentro di questo enorme traffico di armamenti e tutti i settori dei trasporti del nostro Paese rischiano di essere interessati da questi transiti di morte: porti, aeroporti, ferrovie e tutte le forme di trasporto e logistica.
Non solo, anche l’industria e la ricerca si vedranno coinvolte in progetti di progettazione e costruzione di armamenti e persino la scuola avrà il compito di “educare” alla guerra gli studenti.
USB ritiene che i lavoratori e lavoratrici non possano rimanere inermi di fronte a questa enorme folle operazione di riarmo voluta a dalla Nato e dalla UE contro i voleri di popoli né rimanere silenti di fronte alle guerre, alle aggressioni e ai genocidi.
Sulla base di queste evidenze, dopo l’incontro pubblico che si è tenuto alla Sapienza giovedì scorso 19 giugno, in collaborazione con Ceing, il Centro d’Iniziativa Giuridica Abd El Salam, USB si appresta a lanciare lo sciopero specifico da poter utilizzare ovunque il lavoratore o lavoratrice si troverà di fronte a operazione di carico e scarico delle armi o al trasporto di materiale bellico.
Questo deve valere anche laddove vigono le restrizioni della legge 146/90 e ss.mm, perché riteniamo che trasportare armi non possa in alcun modo essere considerato un diritto costituzionalmente garantito.
Su questo vedremo quale partito politico o istituzione avrà coraggio di affermare il contrario
Allo stesso tempo, metteremo a disposizione di tutti i lavoratori e lavoratrici, incluso la ricerca negli enti e nelle Università coinvolte in progetti dual-use o esplicitamente finalizzati a tecnologia ad uso bellico, una dichiarazione di obiezione di coscienza che parte da quanto già stabilito e riconosciuto legalmente in Italia.
A breve verranno forniti i riferimenti e il materiale necessario alla corretta applicazione delle procedure di sciopero e obiezione.
Questa è una risposta concreta e collettiva, che passa dall’assunzione di responsabilità di USB insieme alla presa di coscienza dei lavoratori e lavoratrici italiani.
NOI NON LAVORIAMO PER LA GUERRA!