L’incredibile vicenda delle 10 sedi del Lazio (ma ben 35 a livello nazionale) cui è stato decurtato l’incentivo 2007, ha ormai assunto aspetti ai limiti della schizofrenia ed è per questo motivo che, ora come non mai, si impongono maggior chiarezza e precisione.
Proviamo a farle, con un breve riassunto delle puntate precedenti:
· al termine della riunione svoltasi in via Borsi il 4/2 u.s. il direttore regionale, rispondendo ad una nostra precisa richiesta, conferma sbraitando che “non c’è mai stato alcun problema sul pagamento dell’incentivo al 100 % nel Lazio”;
· dalla documentazione fornitaci sul tavolo nazionale in data 15/2 u.s. emerge invece più di un problema: di fatto 35 sedi risultano pesantemente penalizzate;
· al tavolo tecnico convocato sui Piani di Produzione il 20/2 u.s. in sede centrale la situazione si complica: vengono forniti infatti nuovi ragguagli sui parametri oggettivamente diversi utilizzati per il cruscotto direzionale e, nel contempo, si precisa che “i criteri di erogazione dell’incentivo erano chiari e trasparenti fin dall’inizio” come da accordo sottoscritto il 19/12;
· al tavolo regionale bis del 25/2 u.s. la delegazione dell’Istituto dichiara di non essere in possesso di tutta la documentazione (sic!) e ne chiede copia alla RdB;
· nel frattempo, fioccano i documenti unitari da parte delle sedi interessate e perfino le “lettere di giustificazione” redatte dai vari dirigenti responsabili (il direttore del Tuscolano ne produce addirittura tre in pochi giorni);
· nell’incontro del 3/3 u.s. svoltosi infine al Flaminio con il Comitato Regionale del Lazio, appositamente convocato in seguito alla pubblicazione del nostro Rapporto sullo stato di crisi (vedi), i consiglieri all’oscuro cascano letteralmente dal pero.
Nessuna decisiva schiarita neppure nell’incontro odierno svoltosi sul tavolo tecnico bis.
Da una parte, la conferma che “ci sono stati gravi problemi sul raggiungimento della qualità” che han portato, insieme ad errori grossolani, alla decurtazione dell’incentivo.
Dall’altra si conviene semplicemente che, per scongiurare il ripetersi di simili incidenti, per il futuro vanno predeterminati entro il 30/4 di ciascun anno obiettivi perseguibili e programmati, mentre andranno comunque rivisitati in maniera oggettiva e omogenea su tutto il territorio nazionale i parametri di misurazione delle singole lavorazioni.
Da un tavolo tecnico non potevamo sinceramente aspettarci di più. La cosa più insulsa, per un Sindacato che si rispetti e degno di questo nome, resta adesso a nostro avviso aspettare, aspettare e aspettare ancora che qualcuno finalmente si decida in direzione centrale ad elargire (chissà quando) il maltolto come se fosse una concessione.
Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lazio