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Potenza Pubblico Impiego

Assegnazioni Posizioni Organizzative Regione Basilicata

Potenza,

Il lato oscuro della Regione Basilicata

Siamo alla resa dei conti sull’assegnazione delle AP (Alte Professionalità) e delle PO (Posizioni Organizzative) in Regione Basilicata.

Un adempimento di tipo amministrativo che, se fosse attuato secondo criteri di valutazione oggettivi e inequivocabili, rappresenterebbe solo una mera questione interna all’Ente Regione; ma così non è …

La Delibera della Giunta Regionale n. 1662 del 22 dicembre 2015, che, tra l’altro, ha approvato la Disciplina per il conferimento degli incarichi di AP e PO, è stata  insistentemente contestata da USB in vari comunicati, denunciandone la evidente genericità dei criteri di valutazione introdotti, che, in assenza di indicatori e parametri, oggettivamente riscontrabili, conferiscono una palese illegittimità rispetto a quanto disposto dal D. Lgs. 150/2009, il quale, all’art. 11, cita “La trasparenza è intesa come accessibilità totale, anche attraverso lo strumento della pubblicazione sui siti istituzionali delle amministrazioni pubbliche, delle informazioni concernenti ogni aspetto dell’organizzazione, degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all’utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali, dei risultati dell’attività di misurazione e valutazione svolta dagli organi competenti, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei princìpi di buon andamento e imparzialità. Essa costituisce livello essenziale delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m) , della Costituzione”.

Soprattutto all’art. 25, comma 2, si dispone che “La professionalità sviluppata ed attestata dal sistema di misurazione e valutazione costituisce criterio per l’assegnazione di incarichi e responsabilità secondo criteri oggettivi e pubblici”, comprovati da oggettivi riscontri contenuti nel curriculum professionale di ciascuno, che, pertanto, dovrebbe costituire, legittimamente, l’unico criterio oggettivo, trasparente e validato di valutazione.

In totale difformità, invece, la disciplina approvata in Regione definisce criteri di valutazione e assegnazione delle su citate posizioni del tutto arbitrari e discrezionali, da parte dei dirigenti generali e di ufficio, attribuendo a questi ultimi ben 45 punti su 100, senza l’esplicitazione di alcun parametro e/o criterio oggettivo, trasparente, imparziale!

Altresì si è consentito, a chi ha già ricoperto una AP o una PO, di ricandidarsi per la stessa, in tal modo ignorando il principio di rotazione, previsto nell’Art 9 della Disciplina, “quale misura di prevenzione … nell’ambito degli uffici maggiormente esposti a rischio di corruzione.. “ in particolare tutti quelli che rilasciano concessioni, autorizzazioni, pareri di varia natura, che operano controlli e verifiche o che gestiscono fondi e finanziamenti i cui destinatari sono imprese e società private.

Purtroppo ciò che abbiamo denunciato, da circa un anno, riguardo i probabili rischi di “assegnazioni politiche, clientelari e amicali” che poco hanno a che fare con i suddetti “principi di buon andamento e imparzialità” e con professionalità, competenze, esperienza maturata, potrebbero trasformarsi, a breve, in una degradante e squallida realtà.

Ed è appunto questa illegittima discrezionalità che trasforma una questione interna all’Ente Regione  in una “questione politica”, la quale investe il bene comune e tutti i cittadini: in quanto il potere discrezionale, quindi assoluto, concesso ai dirigenti (cariche politiche) di premiare appartenenza e obbedienza, quindi anche di punire “i disobbedenti non allineati”, cioè di legittimare l’assegnazione di “incarichi politici”, invece che di tipo tecnico-amministrativo, pone dei dubbi e delle domande circa “il buon andamento e l’imparzialità”  e sull’operare per il bene comune, cui dovrebbe essere improntata l’azione amministrativa.

Insomma, riteniamo che, a fronte di una tanto declamata “rivoluzione democratica”, si stia invece attuando una pericolosa “restaurazione feudale”, dove ogni congettura è plausibile e da considerare. In tal senso l’USB attuerà ogni percorso e azione possibili per garantire il rispetto della legalità e della trasparenza e per contrastare eventuali decisioni arbitrarie e derive autoritarie, che tendano a costruire sotto-sistemi oscuri e a danneggiare i diritti dei lavoratori e dei cittadini e … la democrazia.