L’ 11 giugno presso il MMIT è stato siglato l’accordo di programma tra Governo, Regione Umbria, Comune di Terni e AST ARVEDI.
Per arrivare a questo accordo di programma son dovuti passare tre anni dall’ingresso di Arvedi in AST, anni scanditi dall’ostinazione dei lavoratori e dalle rivendicazioni del territorio verso l’azienda, governi e istituzioni locali che nel frattempo si sono avvicendati. Nella sede del ministero prima della ratifica formale tra istituzioni e azienda, l’accordo di programma è stato illustrato a grandi linee e nei suoi capisaldi alle organizzazioni sindacali, tra queste l’USB; quindi, prima di esprimere un giudizio più definito preferiamo attendere di esaminare il testo completo.
L’accordo di programma prevede che ARVEDI AST complessivamente investa in due fasi oltre un miliardo, compresi quelli già spesi. Parte delle risorse andrà nella riqualificazione delle linee a freddo, tubificio e sistemi di lavorazione dello stabilimento di Terni. Nel complesso il piano che accompagna l’accordo di programma secondo gli estensori punta alla decarbonizzazione e all’abbattimento delle emissioni di CO2, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo di produttore di acciaio inox e magnetico di ARVEDI AST. Alla prima fase già in corso, seguirà una seconda fase che si aprirà a condizione che si verifichino le condizioni di mercato.
Oltre ai fondi già stanziati Governo si è impegnato a introdurre entro il 31/12/25 un credito di imposta sulla materia prima costituita dai rottami, così da ridurre i costi di impresa. Da parte loro Regione e Comune nell’accordo di programma sono impegnate a fornire almeno il 30% dell’energia prodotta dalla centrale idroelettrica alle aziende energivore del territorio, anche qui con modalità che abbattono i costi di esercizio e, secondo quanto dichiarato puntano a favorire la decarbonizzazione.
L’accordo di programma prevede l’istituzione di un comitato esecutivo che monitori la realizzazione di quanto previsto, un osservatorio parallelo è previsto anche per le organizzazioni sindacali .
La realtà che ha la testa più dura delle parole ci dice che saremo chiamati a verificare la realizzazione degli impegni assunti, in fabbrica e nel territorio, tanto più che questo accordo di programma è sostenuto da un forte utilizzo di risorse pubbliche fatto di fondi, leve fiscali, forniture elettriche e interventi normativi.
Terni e i lavoratori dell’acciaieria, hanno tenuto in piedi una vertenza lunga, già prima dell’ingresso di ARVEDI, pagando un prezzo alto in termini economici, di sicurezza e impatto ambientale .
Crediamo quindi che l’accordo di programma deve dare in primo luogo risposte a queste richieste.
L’omicidio sul lavoro di Sandor Mendoza, ci dice che vanno spese molte risorse e che va rivista l’organizzazione del lavoro per garantire la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori, interni e dell’indotto.
È altrettanto importante capire quante risorse verranno stanziate, con che tempi si attueranno gli interventi di bonifica e salvaguardia del territorio.
Con la firma dell’accordo di programma si chiude una fase che ha condizionato la dinamica contrattuale, oggi si può cominciare a riparlare di contrattazione di secondo livello e di organizzazione del lavoro.
In ultimo, il ruolo dello stato non può confinarsi a facilitatore, mettendo a disposizione dei privati risorse economiche e infrastrutture, c’è bisogno di ruolo attivo nella gestione del tessuto industriale e nella programmazione, per tutelare gli interessi generali e il bene comune.
USB Lavoro Privato