Da più di dieci anni prestano la loro attività al fianco dei lavoratori di ruolo, i precari stabilizzandi che da lunedì hanno occupato la sala del CdA dell'università di Bari.
Nonostante la mobilitazione in atto dalla scorsa settimana, i vertici dell'ateneo hanno deciso di rinviare al CdA del 30 luglio, un giorno prima della scadenza dei contratti, qualsiasi decisione sulla richiesta di trattenere in servizio gli stabilizzandi e di procedere alla dovuta stabilizzazione.
USB continua a sostenere la lotta dei lavoratori che proseguono nelloccupazione dell'ateneo, presidiando la sala accademica in attesa dell'unica soluzione possibile che possa restituire ai lavoratori dignità sociale e che li faccia uscire dal dramma sociale ed economico che da anni vivono, con scarse prospettive per il loro futuro sia per la crisi in atto nel mondo del lavoro sia per il contesto territoriale particolarmente svantaggiato dal punto di vista economico-sociale.
USB addossa la responsabilità di questa situazione, che getta nella disperazione e nell'incertezza ancora altri lavoratori, alle mancate scelte passate dellAmministrazione.
Il CdA ha preferito utilizzare i punti organico disponibili per l'assunzione di docenti e di nuovo personale tecnico-amministrativo attingendo alle graduatorie aperte di vecchi concorsi. Se ci sono stati sprechi nell'utilizzo di fondi, clientelismo e parentopoli allUniveristà di Bari, non è accettabile che a pagarne siano sempre i lavoratori più svantaggiati!
USB dichiara che, ancora una volta, bisogna prendere atto che la cosiddetta flessibilità non può che generare esclusivamente precarietà e che, pertanto, l'unica forma di contratto legittima rimane quella a tempo indeterminato.
Questa è la posizione che USB sostiene come sempre insieme ai lavoratori.
Roma, 29 luglio 2014
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