Stanno facendo macelleria di un bene comune, quale è il trasporto pubblico, determinante per definire la qualità di vita di una società, la mobilità dei cittadini, la crescita e lo sviluppo del Paese.
Occorre pretendere dal Governo l’impegno e la messa a disposizione di risorse sufficienti per superare la situazione attuale di perenne continua emergenza.
Un’emergenza determinata da scelte politiche opportunistiche: da un lato si proclama l'impegno di mantenere il ”trasporto come servizio sociale” a tariffe sociali, dall’altro, indipendentemente se la gestione sia pubblica o privata, non si mettono a disposizione le risorse sufficienti per realizzarlo.
Nel frattempo le aziende si scagliano contro i lavoratori proponendo piani industriali che prevedono tagli al servizio, carichi di lavoro con turni massacranti, straordinari obbligatori, (beffando ogni normativa ed etica sulla sicurezza del servizio) tagli ai contratti di secondo livello sostenendo la politica di liberalizzazione e privatizzazione del sistema trasporti.
In questi anni i lavoratori autoferrotranvieri hanno fatto la loro parte contribuendo a mettere mano alle inefficienze gestionali, hanno preso sulle loro spalle l’onere di garantire un servizio sociale pagando a loro spese le pesanti ristrutturazioni aziendali; ma è ora evidente che un risanamento dei bilanci delle aziende fatto facendo leva sul costo del lavoro, penalizzando sempre e comunque i lavoratori, ha portato alla raschiatura del fondo del barile e oggi mostra in tutta la sua crudezza che i bilanci rimangono deturpati e il servizio rimane inefficiente.
Se poi a questo quadro si aggiunge la necessità di infrastrutture ed interventi infrastrutturali adeguati, non più rinunciabili, si pone come inderogabile la necessità di un Governo che governi reperendo e mettendo a disposizione le risorse necessarie.
Occorre che in un’epoca di totale flessibilità le poche risorse a disposizione non vengano impiegate in sistemi infrastrutturali rigidi rispetto ai bacini di utenza quali: tram, metropolitane o sub lagunari.
Occorre che vengano messe a disposizione risorse che rispondano a criteri legati a reali parametri di reale richiesta di mobilità dei cittadini e non a parametri totalmente inventati o a scelte mirate solo alla visibilità politica dell’amministratore di turno.
Solo così, a nostro giudizio, è possibile dare una qualche risposta all’emergenza inquinamento atmosferico, al blocco della mobilità, al costo della congestione del trasporto.
E' oggi indispensabile che le associazioni datoriali ed i referenti istituzionali tutti, senza tenere conto dei diktat imposti dalle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto, avviino un confronto reale e permanente con USB, che rappresenta un’ampia fascia di lavoratori del settore.
In difesa e rilancio del Trasporto Pubblico Locale
lunedì 7 novembre 2011
SCIOPERO NAZIONALE di 24 ore