Il caso della dipendente della Banca Carige di Milano, malata di tumore a rischio di licenziamento, denunciato ieri della CUB, raccoglie le prime attestazioni di solidarietà.
Con una nota di oggi, la Sottosegretaria ai Diritti e alle Pari Opportunità Donatella Linguiti “prende atto della correttezza di comportamenti dell’istituto bancario. Desidera tuttavia aggiungere la propria voce a quella di coloro che non rinunciano a credere che anche nei luoghi delle transizioni finanziarie, fredde e impersonali, si possano talvolta assumere decisioni esclusivamente ispirate a valori umani. Da ciò discende la speranza che si prenda in considerazione la possibilità di non privare di mezzi di sostentamento una persona che attraversa un momento di seria difficoltà”.
(nota in allegato)
Interviene inoltre la Lega per l’Emancipazione degli Handicappati, il cui Presidente Gloria Stea chiede alla Carige: “Vi preghiamo di non prendere questa decisione, perché anche se i termini contrattuali ve la consentono, commettereste una grande ingiustizia sociale nei confronti di una persona che è stata già provata pesantemente da una malattia inesorabile come il tumore. Il licenziamento vi renderebbe responsabili dell’aggravamento delle condizioni di salute della Signora”. Ed aggiunge: “Siete consapevoli del fatto che se si perde il lavoro perché ci si ammala di tumore, può significare perdere una ragione per vivere e per lottare contro questa malattia?”
(nota in allegato)
Di fronte al fatto che da oggi inizia per la lavoratrice un periodo di aspettativa retribuita, a cui seguirà un periodo senza stipendio al termine del quale potrà essere rescisso il suo rapporto di lavoro, la CUB ribadisce la richiesta di mantenere il salario alla lavoratrice e di non la licenziarla laddove sia raggiunto il tetto massimo di aspettativa.
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