La pubblicazione dei bandi inerenti alle procedure di riqualificazione all’interno delle aree del 23 maggio 2016 ha definitivamente chiarito a tutti (compresi quelli che non capivano o facevano finta di non capire) il progetto dell’Amministrazione: la costruzione di una struttura concorsuale iper selettiva e funzionale anche a penalizzare l’esperienza professionale e i titoli di studio favorendo l’attitudine “giovanile” agli esami con quiz.
Questo progetto non è stato mai nascosto dall’Amministrazione che ha condotto tutta la fase “para-contrattuale” con decisa determinazione alla sua realizzazione.
I pochi incontri negoziali hanno sempre registrato, infatti, l’inamovibilità dell’Amministrazione sul ruolo e l’uso della formazione e sulle intenzioni della stessa di gestire unilateralmente tutte le fasi successive alla firma dell’accordo.
Tutto questo è stato evidente sin da subito all’USB MEF che ha messo in campo le mobilitazioni molto partecipate dei lavoratori ed ha denunciato comportamenti punitivi e fini diversi dagli interessi dei lavoratori da parte dell’Amministrazione.
Adesso sembra che a qualche Organizzazione Sindacale firmataria dell’accordo sia venuto il dubbio di aver firmato una cambiale in bianco e, nel tentativo di salvare la faccia, ha avanzato una timida richiesta d’incontro.
La nostra Organizzazione Sindacale continua a ritenere che l’Amministrazione abbia condotto la contrattazione solo per ottenere le firme necessarie a un accordo formale necessario a poter poi realizzare il mostro-concorso e lo ha fatto con cinismo e con gli imbrogli formalizzati nei bandi.
Nei bandi, infatti, c’è scritta già la prima parte di questa vergognosa offensiva contro i lavoratori costruita con cura dall’Amministrazione. La seconda parte arriverà con la circolare su modalità, date e contenuti dei corsi di formazione con relativi esami finali.
Nello scorso comunicato ci si era limitati a segnalare alcune delle meschine trovate dell’Amministrazione per confezionare il bando-capestro, di seguito se ne ripropone la lettura analitica ripetendo gli elementi già segnalati e aggiungendone altri:
-diversificazione delle date di possesso dei criteri selettivi, previsti alla scadenza del bando per i titoli di studio e l’esperienza professionale ma senza alcuna indicazione temporale per la formazione;
-obbligo della formazione con iscrizione automatica all’atto dell’istanza di partecipazione alla procedura;
-materie dei corsi in buona parte non attinenti ai dettati contrattuali;
-introduzione fuori accordo dell’obbligo dell’esame a fine corsi di formazione pena l’esclusione “per qualsiasi motivo” dalla procedura;
-6 punti di idoneità per partecipazione a precedenti procedure di riqualificazione non utilizzabili per quelle del 2010 che non prevedevano idoneità e quindi nessuna attenzione per gli esclusi nelle ultime riqualificazioni;
-istituzione di una Commissione esaminatrice che, tra l’altro, definisce i criteri di attribuzione degli ulteriori 18 punti dei quiz in base all’esito dell’esame. Questo compito della Commissione non solo non rispetta l’accordo ma attribuisce alla stessa il potere di rivedere completamente i criteri riportati nello stesso accordo;
-“con successiva circolare, che sarà pubblicata sul sito internet del MEF, saranno rese note istruzioni dettagliate e modalità di svolgimento della procedura”. Questa frase contenuta nei bandi assume un sinistro significato alla luce di quanto già delineato nei bandi.
La USB MEF trova anche singolare che, da soggetto non firmatario, si ritrovi a dover denunciare le violazioni all’accordo, anche se solo per rimarcare il comportamento inaffidabile dell’Amministrazione e per mostrare le ulteriori ricadute negative sui lavoratori.
Questo compito, infatti, spetterebbe soprattutto alle organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo mediante il ritiro della firma che permetterebbe il ripristino delle condizioni minime di rispetto dell’agibilità contrattuale e del ruolo di rappresentanza dei lavoratori.
La nostra Organizzazione Sindacale ritiene che anche una parziale rettifica dei bandi da parte dell’Amministrazione, come ad esempio la cancellazione dell’esclusione dalla procedura per il mancato espletamento dell’esame finale, non sia sufficiente a rendere accettabile la struttura dei passaggi di fascia.
La USB MEF è convinta che lo stralcio della formazione sia l’unico modo per portare a termine le procedure senza danni eccessivi per i lavoratori.
Questa convinzione deriva anche dal fatto che le procedure in corso rischiano di rimanere al palo per il contenzioso inevitabile e per intoppi di vario tipo. La suddetta eventualità vanificherebbe le aspettative dei lavoratori, ormai da anni a stipendio bloccato e in attesa dei passaggi economici all’interno delle aree dal 2011. L’amministrazione sarebbe pienamente responsabile del concretizzarsi di tale possibilità.
Si aggiunge anche che, qualora ci fosse la volontà, i tempi di attuazione di nuove procedure senza formazione, anche dovendo ripetere alcuni passaggi, sarebbero sicuramente più brevi di quelli attualmente previsti con questo sistema, molto semplificati e senza rischi di contenzioso.
La USB MEF continuerà questa battaglia insieme con le altre in corso che rivendicano:
-il confronto sulla logistica con la sospensione delle scelte unilaterali e molto discutibili riguardo alle nuove sedi;
-le informazioni preliminari e l’avvio del percorso per la corresponsione del salario accessorio riconducibile alla c.d. cartolarizzazione;
-il rispetto delle relazioni sindacali, delle agibilità e degli spazi di confronto contrattuali;
-la revisione profonda della gestione del personale limitativa dei diritti generali e improntata ad un’ottica ottusamente punitiva.
Sarà fornita la tempestiva informazione sugli sviluppi della situazione e come sempre saranno valutate e decise insieme ai lavoratori le azioni da intraprendere.