Nel giorno della protesta studentesca i collettivi baresi in lotta per l'abitazione hanno preso possesso di un immobile in pieno centro, a due passi dal "salotto buono" della città
di FRANCESCA RUSSI
È la prima occupazione nel centro di Bari. Via Imbriani 65. A pochi passi dal salotto buono della città. I collettivi baresi in lotta per la casa sono tornati così a far sentire la loro voce. Nel giorno della protesta studentesca in tutta Italia. "La casa è un diritto fondamentale - spiegano gli occupanti - Gli affitti altissimi, l'assenza di politiche di interesse non privatistico nelle politiche abitative, l'esplosione ciclica nella nostra città di un'eterna emergenza, ci costringono a raccontare le nostre vite".
Studenti senza stanza, migranti senza tetto, disoccupati senza stipendio, lavoratori a nero, bamboccioni senza scelta."Vite precarie di chi non ha più una borsa di studio per vivere in un alloggio universitario mentre si realizzano hotel privati a 5 stelle con prezzi da capogiro per studentesse e studenti che se li possono permettere. Vite di chi amputa la propria crescita costretto a vivere una adolescenza a tempo indeterminato sotto il tetto familiare perché non può permettersi una vita autonoma e indipendente.
Vite di chi dorme in macchina perché con lo stipendio saltuario, magari a nero, non riesce a pagarsi neanche un posto in una stanza doppia in periferia. Vite di chi scappa dalla guerra e deve pagarsi il permesso di soggiorno in una sanatoria che riesce a monetizzare persino il diritto alla vita e alla libertà degli individui. Vite di chi vive e dorme dopo una vita di sacrifici nella sede della propria piccola azienda sociale perché non può permettersi un altro canone di affitto. Vite di chi dorme nei casali abbandonati, nel silenzio, nell'invisibilità e magari la mattina va a fare un lavoretto sottopagato alienante (quando c'è)"
"Ogni spazio abbandonato va vissuto, abitato da esistenze come le nostre. Perché abbiamo bisogno di una casa e non esiste alternativa all'occupazione oggi".
L'appartamento occupato è di proprietà privata: appartiene ad una famiglia che, per ragioni di eredi, lo ha da tempo lasciato vuoto.
(12 ottobre 2012)