Numerosa e sdegnata partecipazione sabato pomeriggio alla manifestazione presso la Prefettura di Crotone. Una folla partecipe, indignata ed unita nel chiedere verità e giustizia per i morti della strage di Steccato di Cutro e per dire basta alle politiche discriminatorie che generano tutto questo.
Superstiti, familiari, soccorritori, volontari e associazioni, costituitisi nella Rete 26 Febbraio hanno preso finalmente parola denunciando lo stato di estremo abbandono a cui sono sottoposti.
Ringraziamo tutti i partecipanti, i tantissimi e le tantissime che da Milano alla Sicilia sono scese in piazza contro ogni disumanità e in solidarietà con i migranti.
La strage di Cutro è solo l’ultima di una lunga serie. Negli ultimi 10 anni le morti in mare sono state più di 25mila e non possiamo lasciare che le nostre coste e il nostro mare diventino un vero e proprio cimitero per chi è cerca un futuro migliore scappando da guerre, dittature, povertà.
Siamo calabresi, sappiamo bene cosa voglia dire lasciare la propria terra e siamo consapevoli che le politiche criminali che abbandonano in mare i migranti sono le stesse politiche che ci abbandonano sulla terraferma. Comunità locali e migranti, volontari, associazioni, terzo settore si stanno facendo carico, nell’assenza delle istituzioni, nel fornire supporto ai superstiti e ai familiari delle vittime.
A tutt’oggi, nonostante la visita del Presidente della Repubblica e le sistemazioni tardive trovate alla Regione Calabria, non ci sono informazioni certe sulle pratiche relative al rimpatrio delle
salme e ai ricongiungimenti familiari. È dunque proprio dalla Calabria che come Rete 26 Febbraio chiamiamo a raccoltamovimenti, singoli, sindacati, associazioni di tutta Italia per una manifestazione nazionale sabato 11 marzo a Crotone.
Per chiedere verità e giustizia sulla strage di Cutro e su tutte le stragi di migranti.
Per dire no alle passerelle del governo e di chi ha costruito il suo consenso criminalizzando i migranti e i salvataggi in mare, usando parole disumane e colpevolizzando le vittime.
Per fermare la criminalizzazione delle ONG e dei salvataggi in mare.
Per la creazione di canali di ingresso legali e sicuri.
Per la fine di ogni politica discriminatoria verso i migranti.
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Rete 26 Febbraio