Alla Direzione Generale Organizzazione
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Oggetto:proposte direttiva incarichi prevenzione corruzione.
La bozza della direttiva sulla rotazione degli incarichi sembra essere poco attenta ad alcuni aspetti importanti per le attività svolte nel Ministero e per i lavoratori che ne sono coinvolti, cioè tutta quella parte di incarichi che, non riguardando la direzione e/o il coordinamento di strutture territoriali, uffici, unità all’interno di uffici, hanno risvolti che toccano direttamente o indirettamente le problematiche connesse alla lotta alla corruzione.
Occorre porre maggiore attenzione a tutta la parte concernente il conferimento di incarichi individuali connessa con l’attribuzione di responsabilità di cantieri e di “direzione lavori”: occorre obbligatoriamente prevedere la rotazione tra i funzionari che hanno titoli professionali, qualifica e profilo adeguati evitando che vi sia il ricorso a lavoratori con figure professionali non rispondenti alle mansioni da svolgere (ad es. vi sono lavoratori di II area che svolgono funzioni di architetti con affidamento di incarichi di responsabilità anche esterni) o alle stesse persone, con una rotazione parziale dell’assegnazione di incarichi o addirittura fittizia.
Occorre una attenta e costante verifica della natura professionale degli incarichi assegnati e di eventuali incompatibilità, con particolare attenzione alla rilevazione della consistenza numerica e del valore dell’appalto o delle attività lavorative in cui è coinvolta ogni singola unità, rapportata ai carichi di lavoro degli altri lavoratori con medesima professionalità.
Ulteriore aspetto da approfondire riguarda funzionari e lavoratori (tecnici e amministrativi) assegnati alle stazioni appaltanti. Occorre pure porre attenzione a tutti gli uffici amministrativi che stipulano contratti di fornitura per servizi e acquisti di beni (sia che ricorrano o meno al sistema CONSIP), ponendo contestualmente l’obbligo della pubblicazione sui siti istituzionali di tutti i contratti di fornitura, durata e motivazione dell’eventuale ricorso a trattativa diretta. Andrebbero, quindi, ricomprese nell’area a rischio corruzione tutte queste attività, tenendo particolarmente monitorate quelle in cui opera da troppo tempo un unico soggetto fornitore affinché il responsabile debba comunque fornire giustificazioni in merito alle scelte operate, prevedendo sanzioni e un criterio di rotazione.
Da quanto sopra, si pone ancora una volta il problema della massima trasparenza. Risulta evidente che in materia di pubblicizzazione di tutti gli incarichi di volta in volta conferiti l’Amministrazione deve avere l’obbligo (non basta in questo caso il semplice invito) a renderli pubblici con pubblicazione aggiornata e cadenzata (mensile?) sui siti di ciascun ufficio, con tutti i dati relativi e necessari.
Mancano tempistica e sanzioni/provvedimenti disciplinari ai dirigenti che non provvedono in tal senso o che “occultano” le informazioni, necessità confermata dalla nuova normativa sulla trasparenza introdotta con Dlgs 25 maggio 2016, n. 97, anche in chiave anticorruzione attraverso il controllo dell’operato dell’Amministrazione da parte dei cittadini (come strumento di accesso civico democratico ma anche in funzione anticorruttiva: la più ampia trasparenza è necessaria “allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche e di promuovere la partecipazione al dibattito pubblico” art. 6, c.2).
In definitiva ci permettiamo di rilevare che questa è una direttiva troppo blanda che non preveda obblighi e provvedimenti sanzionatori per i trasgressori sarebbe in contrasto con il dettato del nuovo decreto. Il monitoraggio e le verifiche, poste in capo all’RPC (punto 7 della direttiva), sull’effettività della rotazione devono essere integrati e potenziati dal controllo pubblico attraverso l’obbligo fatto ai dirigenti dell’Amministrazione a tutti i suoi livelli di pubblicizzare sui siti istituzionali incarichi e contratti di qualsiasi natura.
Roma,07/07/2016
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