La questione precarietà tenuta fino ad oggi volutamente sotto tono dagli esponenti sia del PD che del PDL viene alla ribalta della campagna elettorale. E’ evidente che, nonostante gli sforzi dei Partiti di non aprire il dibattito su questo tema, la condizione materiale di milioni di lavoratori precari di tutti i settori del mondo del lavoro, giovani e non più, nonché della stragrande maggioranza delle famiglie italiane, si è imposta e ha scoperto un nervo dolente sia per il centro destra che per le forze politiche dell’attuale Governo.
E’, infatti, evidente a tutti che sul tema del precariato uguali siano le responsabilità che hanno portato alla creazione e consolidamento di questo fenomeno, visto che le leggi 30 eTreu sono promosse, sponsorizzate e difese sia dal centro destra che dal centro sinistra a difesa dei poteri forti e a discapito della sicurezza del lavoro e della vita di milioni di lavoratori nonché forti sono le responsabilità dell’attuale Governo nel non aver dato risposte quantitativamente e qualitativamente significative alle attese sia di abolizione delle leggi 30-treu che di stabilizzazione di tutte le tipologie di lavoro precario presenti ad esempio nel pubblico impiego (solo circa 10.000 stabilizzazioni a fronte di oltre 300.000 lavoratori ancora con contratti flessibili, più altrettanti con contratti in appalto). L’ultima Finanziaria, che sta facendo sì che al problema del precariato si risponda licenziando i precari, e il c.d. protocollo sul welfare, negli altri settori, ha riconfermato la perfetta adesione alle logiche padronali di precarietà del lavoro e delle condizioni di vita della compagine governativa attuale
Non crediamo che si faccia una differenza sostanziale se si parla di precariato promettendo la mano del proprio figlio come fa Berlusconi o un sussidio di sostegno al reddito che assomiglia tanto alla carità e commiserazione dei padroni benpensanti come fa Veltroni col suo programma. Il problema è di scelte politiche di fondo e di campo e di azioni concrete: finchè non si abrogheranno le leggi trenta e treu e non si invertiranno i processi di privatizzazione ed esternalizzazione il lavoro sarà sempre più precario e si continueranno a fare gli interessi dei poteri economici forti a discapito delle condizioni di vita di milioni di lavoratori e delle loro famiglie.
Le RdB/CUB vogliono lanciare un segnale chiaro a chi si candida a governare la continuità e proclamano lo sciopero nazionale dei precari del pubblico impiego per il 4 aprile con iniziative regionali nonché lanciano da subito l’appello alla mobilitazione per un 1 maggio di lotta contro la precarietà con le May Day di Milano e Napoli.