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BOLOGNA: 14 CONDANNE A ISCRITTI E DELEGATI SINDACALI DI ASIA-USB PER AVER DIFESO IL DIRITTO ALLA CASA

Bologna,

Riteniamo profondamente ingiuste le sentenze che ieri il Tribunale di Bologna ha emesso nei confronti dei nostri delegati e iscritti: persone completamente private di una casa, condannate per aver rivendicato in maniera organizzata che l’ex-clinica Beretta in via XXI aprile, inutilizzata da quasi 10 anni, fosse utilizzata come alloggio a canone popolare da assegnare a quelle stesse famiglie, che ci avevano vissuto per quasi un anno rendendolo di nuovo un posto abitabile e vero punto d’incontro nel quartiere.

La pena è di un mese di detenzione più 200€ di multa, oltre al risarcimento di 5000€ all’Ausl, proprietario costituitosi parte civile.

Le riteniamo ingiuste e inaccettabili perché la sola giustizia sociale possibile è quella che si basa sull’equità dei diritti sociali.

Per molte famiglie e persone che vivono in condizione di estrema povertà risulta impossibile accedere all’assegnazione di case Acer - o addirittura entrare in graduatoria, come prevedeva i regolamento Acer negli anni in cui avvenivano i fatti  per chi avesse un ISEE pari a 0,00€ - e la situazione è solo peggiorata in anni recente.

Le richieste di alloggio popolare, da parte di nuclei aventi diritto, a cui non segue una risposta positiva sono ogni anno migliaia (circa 4000 quest’anno), e gli sfratti per morosità sono in continuo aumento; allo stesso tempo le case Acer sfitte nella provincia di Bologna sono quasi 2000, mentre innumerevoli quelle di proprietà private, grandi enti o singoli.

Il Sindaco di Bologna sembra ricordarsi di questo fatto un giorno all’anno, pubblicando sui giornali promesse di realizzare qualche centinaio di alloggi in un numero indeterminato di anni. L’ultima volta è stato pochi giorni fa, quando sulle pagine del Corriere appariva l’annuncio della cessione dell’ex-clinica dall’Ausl al Comune – in cambio di due piccoli ambulatori come permuta – allo scopo di realizzare alloggi ERP.

Peccato che questo venga fatto oggi, quando lo stabile è di nuovo un rudere disabitato, mentre chi aveva avuto il coraggio di richiedere la stessa cosa nel 2011, organizzandosi come proprio diritto in maniera sindacale, viene condannato per aver tentato di difendere uno dei diritti basilari: il diritto all’abitare.

 

Asia-USB Bologna, 08/05/18