Il 22 giugno, a partire dalle ore 10, i lavoratori della scuola aderenti a RdB/USB Scuola saranno davanti all’INPS di Bologna per protestare contro la manovra finanziaria e le politiche del governo sulla scuola. Il mondo della scuola ha da poco fatto sentire tutta la sua rabbia con lo sciopero degli scrutini delle scorse settimane che ha avuto adesioni altissime.
Non lasceremo che il ministro ignori la forza della protesta dei lavoratori che da oltre un anno lottano contro i tagli alla scuola e il licenziamento di centinaia di migliaia di precari (oltre 40 000 solo il prossimo anno).
E’ questa la protesta di quanti difendono la scuola di tutti, volendola fortemente come scuola inclusiva e di promozione, in contrapposizione al governo che, puntando alla privatizzazione delle risorse per l’istruzione, mira ad una scuola pubblica residuale e squalificata per i figli dei lavoratori.
Una scuola di qualità non può prescindere da condizioni di lavoro dignitose per quanti vi operano a partire dalla garanzia dell’assunzione a tempo indeterminato per i tantissimi precari che da oltre 10 anni vengono sfruttati su posti già disponibili.
Non si può inoltre avere una scuola di qualità se chi ci lavora, dopo tanti anni di fatica, si vede sottratti i rinnovi contrattuali, gli scatti d’anzianità (che costeranno decine di migliaia di euro a fine carriera), la possibilità di andare in pensione e di avere una liquidazione decente.
La manovra del governo vuole ripianare i buchi di bilancio creatato dalle regalie alle banche e agli speculatori, attaccando tutto il pubblico impiego e smantellando lo stato sociale. I lavoratori devono sapere che non avranno alcun beneficio dalla “politica dei sacrifici.”
Porteremo la protesta davanti alla sede dell’INPS provinciale di Bologna in quanto questo ente da sempre è un simbolo di tutto lo stato sociale, ma anche perché ogni anno, in questi giorni, all’INPS si riversano migliaia di precari della scuola per presentare la domanda per il sussidio di disoccupazione. Pochi infatti sanno che la maggior parte dei precari viene assunta solo fino a giugno e poi licenziata anche se i loro posti di lavoro esistono e servono da molti anni.
Il 22 esprimeremo anche la nostra contrarietà ai “contratti di disponibilità” con i quali il governo ha cercato di placare le proteste dello scorso settembre, introducendo il lavoro a chiamata nella scuola, in cambio del sussidio di disoccupazione immediato, frutto di un accordo MIUR-INPS.
Combattere ognuna di queste misure significa ridurre i vantaggi impropri che l’amministrazione ottiene dallo sfruttamento dei precari; significa quindi contrastare la stessa precarizzazione della scuola.
Il 22 sarà anche il primo giorno degli esami di maturità e nel centro-sud i lavoratori ex LSU (che garantiscono le pulizie nelle scuole) entreranno in sciopero contro la decisione di licenziarne 5000. A loro va tutta la solidarietà dei lavoratori della scuola, certi che unendo le diverse lotte costringeremo il governo a cambiare strada.
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