Non sorprende il risultato del sondaggio di Datamonitor che colloca Merola all'ultimo posto fra i sindaci delle aree metropolitane per gradimento fra i cittadini.
La "luna di miele" con gli elettori di cui godono tutti i neo eletti, si e' in gran parte dissolta in soli 6 mesi.
Evidentemente gli effetti concreti delle scelte operate dalla giunta comunale pesano molto di più della fumogena propaganda, fatta di continue e contradditorie dichiarazioni del Sindaco e dell'esplicito sostegno dei poteri forti della città ( dalle imprese private e cooperative ai vertici ecclesiastici) e di buona parte dei media locali.
Come fidarsi di un sindaco che un giorno si e l'altro pure fa dichiarazioni rindondanti contro il governo Berlusconi (Anche lui non se la passa bene ultimamente per gradimento personale) e poi in sede locale pratica le stesse politiche in materia di welfare, lavoro e legalita'?
Cosa dovrebbero gradire dell'operato di Merola:
- le famiglie di quei 5000 dipendenti a cui ha tagliato i già miseri stipendi?
- quelle famiglie con bambini che vanno all'asilo nido o alla scuola dell'infanzia destinate alla privatizzazione e ai quali aumenta le rette?
- quei cittadini ai quali sono stati tagliati i vitali servizi di assistenza sociale?
- quelle centinaia di lavoratori delle aziende pubbliche ai quali le scelte di giunta hanno tolto o toglieranno il lavoro?
- quei giovani o meno giovani ai quali hanno precarizzato il lavoro?
- quei lavoratori dei servizi, del commercio, dell'edilizia che vivono la pesantezza di rapporti di lavoro illegali mentre il sindaco si occupa delle cacche dei cani e delle scritte sui muri?
- i cittadini che si sono visti aumentare il costo del trasporto pubblico locale ed ora attendono il taglio degli autobus?
- quei cittadini che volevano esprimersi con un referendum sul finanziamento pubblico alle scuole private ed e' stato loro impedito?
La lista potrebbe continuare ancora a lungo ma questi esempi sono sufficienti per comprendere quale e' la scelta di campo operata dalla giunta Merola.
Se pensiamo al tavolo di confronto previsto per fine ottobre, sul cosidetto "piano strategico" e che dovrebbe aprire ufficialmente la stagione della "sussidiarietà" rischia di aprire una ulteriore cesura fra le politiche della giunta e i bisogni dei settori popolari della città.
In questo contesto, la volontà del Sindaco di confrontarsi solo con le organizzazioni amiche escludendo chi non concorda con la "sussidiarietà" (ad oggi nessuna comunicazione e' arrivata a usb) risulta particolarmente odiosa in termini democratici ma totalmente inefficace e destinata ad un ulteriore calo di consenso.