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Casa

Bologna, Asia-Usb: le istituzioni si nascondono dietro un dito

Bologna,

Anziché prendere atto delle nuove emergenze in corso si accusano le parti conflittuali e sindacali di strumentalizzare la questione abitativa. Asia-Usb ieri però era presente in prima linea e rispedisce al mittente le frecciatine. Rilanciamo la sfida per una politica abitativa che garantisca a tutti il Diritto alla Casa.

In seguito allo sfratto di ieri ai danni di Laura, settantacinquenne messa alla porta assieme alla figlia, donna e illustratrice, abbiamo letto alcune dichiarazioni che ci lasciano molto perplessi. Non riusciamo a capire in che modo il Comune di Bologna intenda affrontare l’emergenza abitativa che si connota di nuovi e fin qui inediti aspetti.

Parliamo di un mercato immobiliare respingente che continua a generare crisi ed a scaricare sulla collettività tutti i danni causati dalla sua famelica bramosia di profitto. Un mercato che spesso viene favorito da agevolazioni fiscali e patrimoniali e che in cambio esclude anche chi un affitto può permetterselo. La campagna ideologica messa in piedi dalle rappresentanze della proprietà edilizia durante il Covid assieme all’esplosione degli affitti brevi e del business delle piattaforme, accompagnata dall’inerzia della politica (di tutti i colori ed a tutti livelli) ha generato un cortocircuito che sta consumando le città italiane, grandi o piccole che siano.

Non guasta qualche manganellata di contorno per mandare meglio giù il boccone. È infatti falso che lo sfratto sia stato eseguito senza che si ricorresse alla violenza, d’altronde l’esecuzione stessa di uno sfratto senza soluzioni alternative dignitose è una forma di violenza.

Per il resto gli attivisti di Asia non possono accettare paternali da nessuno. Di fronte a un impoverimento del ceto medio ed a nuove forme di esclusione occorrerebbe progettare politiche abitative pubbliche in grado di dare risposte ai bisogni dei cittadini in tempi brevi senza nulla concedere allo strapotere proprietario che questa condizione ha determinato. Non parliamo più di sfratti eseguiti ai danni di nullatenenti ma di persone in grado di pagarsi una locazione anche di 700 euro e che il mercato respinge.

Appare dunque inutile tirare in ballo i servizi sociali e si deve parlare di politiche abitative. Quali sono quelle a disposizione del Comune di Bologna in questi casi? Si incrementa il Patrimonio Pubblico per le assegnazioni? Si tenta di mettere un freno ad affitti brevi e canoni fuori misura? Si dispone di una riserva di alloggi per i nuclei sfrattati, onde evitare disgregazioni del nucleo familiare o ricoveri in dormitori e strutture provvisorie?

Queste ed altre domande vanno fatte a chi governa la città e propone ricette vecchie, che tra l’altro hanno già fallito in passato, ad una crisi nuova. Forse fra le tante ricette “innovatrici” della nuova segreteria del Pd andrebbe aggiunta qualche analisi e qualche proposta sulla questione abitativa. Per questo Asia-Usb rispedisce al mittente qualsiasi tentativo di delegittimazione del meccanismo solidale e sindacale e rilancia la sfida per una città migliore, che si occupi di tutti i problemi di tutti i cittadini, in primis di chi vede leso il proprio Diritto all’Abitare.

Asia-Usb