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Sciopero generale

Bologna, sabato 20 maggio “Abbassare le armi e alzare i salari (e gli argini)”: assemblea dibattito verso lo sciopero generale del 26 maggio

Bologna,

Appuntamento alle ore 16.00 presso la sala consiliare di Via dello Scalo 21 a Bologna. Interventi di: on. Stefania Ascari (Movimento 5 Stelle), Marta Collot (Potere al Popolo), Michele Terra (Sinistra Unita). Parteciperanno: delegate e delegati, attivisti di realtà e associazioni per i diritti sociali e ambientali.

Oggi come mai prima i nostri salari sono nuovamente sotto attacco: la crescita smisurata dell’inflazione e l’aumento dei prezzi sta mettendo in ginocchio lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati. Intere famiglie costrette a decidere se fare la spesa o pagare le bollette, mentre affitti e i mutui aumentano a vista d’occhio.

In nome del profitto il padronato italiano ci ha spogliato di tutto, impoverendo il sistema paese, smantellando, privatizzando e delocalizzando le aziende, con l’unico risultato di svendere settori strategici al resto d’Europa. I governi che si sono susseguiti si sono dimostrati servili alle politiche Europee, le stesse che oggi ci stanno spingendo nel baratro della guerra attraverso il NATO-centrismo. Spostando risorse pubbliche da investimenti utili alla società e alla tutela del territorio su opere utili solo ai profitti e speculazioni.

Questo lo vediamo anche in questi drammatici giorni in Emilia Romagna dove paghiamo sia gli effetti del cambiamento climatico sia l’inadeguatezza delle infrastrutture, la carenza di organici nei servizi addetti alla protezione del territorio e della cittadinanza.

Nel frattempo, in un quadro così drammatico il Governo Meloni opera per ridurre le tutele sociali, per rendere ancora più flessibile il mercato del lavoro e per aumentare le disuguaglianze: togliere il Reddito di cittadinanza significa infatti creare un esercito lavorativo di riserva pronto a mettersi in competizione con chi lavora alle condizioni peggiori; togliere i vincoli sull’appalto significa aumentare il dumping di salario e diritti e abbassare ulteriormente la sicurezza in un Paese che registra la media di tre morti al giorno sul lavoro; riformare il fisco cancellando la progressività fiscale significa tutelare i ricchi e sacrificare i ceti sociali più deboli.

Per USB è necessario un percorso di mobilitazione, che parte dallo sciopero generale del 26 maggio, che è solo un primo momento in cui dobbiamo iniziare a credere fermamente. Perché la condizione del cambiamento è quella che sta nella nostra sfrontatezza e nel nostro coraggio. Dobbiamo modificare la cultura di questo paese, cancellando la rassegnazione che, come una cappa, avvolge lavoratrici e lavoratori.

USB Emilia Romagna