I VIGILI DEL FUOCO, IL CALCIO TRUCCATO E LA PARATA MILITARE
Internet, data terrestre 30 maggio 2012, è appena mercoledì.
Leggendo dalla sua postazione le ragioni del popolo della rete contro la parata del 2 giugno, il tecnologicamente avanzato segretario della Cisl, R.B., forse per recuperare un po’ di popolarità perduta, forse per appagare un personale senso di rimorso verso quel popolo della rete costituito principalmente da ragazzi disoccupati per colpa dei sindacati incapaci di dar loro risposte oppure più semplicemente perché voleva dire altro ma non è riuscito ad esprimersi bene, comunica la sua opinione a proposito della famosa parata disintegrandola letteralmente: in sintesi, se dipendesse da lui, questa parata non esisterebbe affatto.
Soddisfatto per la simpatia conquistata tra i poveri sfigati, il nostro eroe del cammino, il giorno dopo alle 7, intervistato dal giornalista Alessandro Milan, esce dalle antenne di radio 24 con le stesse ragioni del giorno prima in rete, incalzando contro la parata del 2 giugno e con chiari riferimenti ai giovani che ha definitivamente appagato donando loro ragione il giorno prima i quali a suo dire, “ridono della parata”.
Nello stesso giorno, il 31 maggio 2012, il segretario Cisl Vigili del Fuoco unitariamente agli altri confederali, in una nota indirizzata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Interno, al Sottosegretario di Stato all’Interno, al Capo Dipartimento VVFSPDC e al Capo del Corpo Nazionale VVF, in perfetto contrasto con la PSEUDO - linea del segretario generale cisl, rappresentano il proprio disappunto per il ruolo di assoluta marginalità riservato al Corpo Nazionale Vigili del Fuoco in occasione delle celebrazioni del 2 giugno (…) e rivendicano la partecipazione dei Vigili del Fuoco alla parata militare.
Ora le possibilità non sono tante: o le parole di Bonanni valgono quanto il due di picche oppure il segretario della Cisl VV.F. quando ha sentito il suo generale parlare di “parate da evitare” ha creduto che si trattasse di parate dei portieri del calcio truccato.
Ma probabilmente la ragione di tanta divergenza non risiede tanto nella seconda ipotesi, perché purtroppo la triste verità è che il cancro della comunicazione chiamato trasformismo o doppiogiochismo qui in Italia ha ancora troppo potere.