Nella riunione tra Presidenti degli Enti e Organizzazioni Sindacali è apparsa chiara la contrarietà di tutti i sindacati che, seppure con diverse sfumature, hanno fortemente criticato la bozza Giannini, ed in particolare l’ordinamento.
USB PI ha fortemente criticato la delega, soprattutto in quanto strumento pericoloso nelle mani di un governo, come quello Renzi, che ha una visione della ricerca sul modello dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ente privato fortemente sostenuto da fondi pubblici. USB PI ha rigettato un disegno di ordinamento già dimostratosi fallimentare nelle università (dove 25 mila ricercatori sono vittime del ruolo ad esaurimento e di false premesse di divenire ordinari ed associati), sottolineando che creerebbe 5000 ricercatori fermi per sempre nella carriera e 8000 licenziamenti tra i precari e ribadendo, che carriere e assunzioni, ma anche innovazione dei macchinari e rilancio delle tematiche di ricerca, si fanno con gli investimenti e non con i fichi secchi.
USB PI ha chiarito ai presidenti che, se si continua a perseguire la via tracciata dalla bozza Giannini, negli EPR sarà scontro!
I lavoratori della ricerca si opporranno con forza ad una riforma classista che relega circa 24 mila lavoratori (tra precari e livelli dal III al VIII) a non avere più carriera, determinando le condizioni per il licenziamento dell’80% dei precari, con la perdita delle loro professionalità ed un contenzioso altissimo con elevatissimi danni all’erario (e ai vertici degli enti).
USB ha ribadito la necessità di una governance centralizzata, magari sotto la Presidenza del Consiglio, per dare finalmente uno spirito meno provinciale al settore ed ha sottolineato l'esigenza (condivisa da tutte le OO.SS. tranne la CGIL), di tornare ad avere un comparto degli EPR. Infine, come priorità politica e sociale, USB ha rappresentato l'urgenza di arrivare alla stabilizzazione dei circa 10mila precari ad oggi in servizio a vario titolo negli EPR, rafforzata dalla procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea a seguito della denuncia presentata da USB.
Non serve una riforma a tutti i costi, serve una riforma che faccia bene alla Ricerca Pubblica! Per questo riteniamo che la bozza debba essere ritirata e si debba ricominciare da capo.
USB PI ha lanciato una pagina facebook www.facebook.com/manifesto.ricerca.pubblica, per raccogliere i contributi dei lavoratori degli EPR e costruire, con chi la ricerca la fa davvero e non con i nuovi baroni, un manifesto per una ricerca pubblica libera, indipendente e democratica. Su quei contenuti costruiremo, se necessario, lo scontro con questo Governo a partire con lo sciopero generale già proclamato per l'inizio di autunno.
USB P.I. - Ricerca