Venezia - E’ stato un martedì di disagi per i trasporti e la viabilità in città ne ha risentito, a causa di un mix infallibile. La pioggia unita allo sciopero di 24 ore indetto dal sindacato Rdb Cub e che ha fermato per gran parte della giornata le corse degli autobus di Actv in terraferma interessando sia le linee urbane che extraurbane, ha causato non poche difficoltà ai cittadini. Adesione massiccia: dell’88 per cento per il sindacato, in media del 72% invece per l’azienda. Pochi i mezzi pubblici in circolazione al di fuori delle due fasce orarie di «salvaguardia», dalle 6 alle 9 e dalle 16.30 alle 19.30. C’è chi è rimasto a lungo in attesa di un autobus ed una volta salito su uno dei pochi mezzi che non aderiva allo sciopero ha riempito di improperi il malcapitato autista. «Mi sono preso un sacco di insulti, è vero. Io non ho aderito perchè sono iscritto ad un altro sindacato - racconta un autista - ma le motivazioni della protesta erano comunque forti: c’è la questione dei nuovi turni ma si lavora in condizioni difficili anche a causa dei cantieri in città e oggi fare una sosta per andare al bagno, tra una corsa e l’altra, è diventato impossibile». Nonostante le «finestre» garantite dalla normativa sugli scioperi, proprio negli orari di maggior utilizzo dei mezzi pubblici da parte dei pendolari, a Mestre ieri muoversi in auto è stato difficile per le code registrate da piazzale Roma fino alle principali direttrici cittadine. Molti, infatti, vista la giornata all’insegna del maltempo, e con la preoccupazione dello sciopero dei mezzi pubblici, hanno scelto di tirar fuori l’auto dal garage, aumentando così il peso del traffico in città. Adesione massiccia, dicevamo, allo sciopero del settore automobilistico dell’Actv. A promuovere lo sciopero è stato il sindacato Cub Trasporti Venezia, che dopo non aver firmato l’accordo con Actv sottoscritto invece da Cgil, Cisl e Uil, ha protestato contro il sistema di turni urbani ed extraurbani introdotto dall’azienda a partire dal 1º aprile. Il Cub ipotizzava ieri mattina un’adesione del 90% nelle aree più coinvolte dall’agitazione, quelle del trasporto urbano e del trasporto extraurbano del Bacino nord. La media poi è scesa a più dell’88%. «Il deposito di Mestre era stracolmo - racconta il coordinatore Actv di Cub Trasporti, Danilo Scattolin - sono usciti pochissimi autobus, tre o quattro, su circa 200 macchine. Ed hanno scioperato anche dipendenti non iscritti al nostro sindacato». Valori più bassi ma comunque importanti, secondo le stime dell’azienda di trasporto che ieri calcolato una adesione del 72,4% nella fascia tra le 6 e le 9 del mattino, confermata nel pomeriggio. Su 387 autisti in servizio, hanno incrociato le braccia in 280. Una adesione «massiccia», commentano da Actv. Hanno scioperato anche iscritti ai sindacati Cgil,Cisl e Uil che dopo aver firmato un accordo sui turni di lavoro con l’azienda, ora accusano i tecnici aziendali di non aver interpretato alla lettera l’intesa. «E’ comprensibile una così alta adesione contro una azienda che nell’applicazione della turnistica non ha rispettato gli accordi. Anche noi ci troviamo in grosse difficoltà - spiega Valter Novembrini della Cgil Trasporti - perchè i tecnici dell’azienda evidentemente non applicano quanto concordano. Loro interpretano gli accordi, non li applicano. Il sindacato tutto, ora dovrà fare una riflessione importante». I Cub cantano vittoria, invece. «Evidenziamo ancora una volta che molti cittadini sono rimasti in strada ad attendere invano il bus - spiega ancora Danilo Scattolin - perchè non sapevano dello sciopero e questo per colpa di una informazione da parte dell’azienda che non è stata capillare. Ed ora, alla luce dell’alta adesione allo sciopero, speriamo che l’azienda convochi presto un tavolo di confronto per fare il punto della situazione». Tra le richieste del sindacato c’è la riscrittura della normativa e la costruzione dei turni di servizio e un’equa distribuzione dei carichi di lavoro.