I contratti dei lavoratori pubblici sono bloccati al 2009 e lo saranno, secondo le prime indicazioni di questo governo, in perfetta linea con i precedenti, fino al 2020: undici anni senza aumenti retributivi, mentre tutto intorno a noi diventa sempre più caro.
Si comprende facilmente, quindi, come in questo quadro, tutti le entrate diventino fondamentali per le famiglie dei lavoratori, eppure alla regione Calabria tutto questo sembra non interessare a nessuno.
Infatti è dal 2012 che i dipendenti aspettano di ricevere la retribuzione della produttività che, in tempi drammatici per chi ha magari una famiglia monoreddito, sarebbe quanto mai necessaria.
E‘ bene ricordare, che i soldi della produttività, non sono affatto una regalìa o una elargizione frutto del buon cuore dei dirigenti, ma si tratta di soldi dei lavoratori, accumulati negli anni, di una parte dei rinnovi contrattuali, per cui questi sono soldi dei lavoratori distribuiti con anni di ritardo.
Perché allora alla regione Calabria si sta accumulando questo ritardo? Chi sta giocando con i soldi dei lavoratori, tenendo ferme al proprio tavolo le pratiche che da mesi non vanno avanti? Quale dirigente si arroga il diritto di decidere se, come e quando dare i soldi? Perché malgrado i nostri solleciti, nessuno è ancora intervenuto? Chi li nomina questi dirigenti (magari con curricula non esattamente limpidi) che poi si ergono a giudici dell’operato e dei comportamenti dei lavoratori?
Riteniamo che il dirigente che sta bloccando questi pagamenti debba solo vergognarsi del suo comportamento e di questo chiederemo conto al Direttore Generale.
Sinora, dalle spiegazioni ricevute, ci si è nascosti dietro la scheda di valutazione; infatti, altro aspetto scandaloso della questione, questi soldi, secondo il (già fallito) dettame brunelliano, debbono essere elargiti ai lavoratori proporzionalmente ad una valutazione che è quanto mai soggettiva: ma ancora una volta chiediamo con forza, chi controlla il controllore?
La “brunetta”, infatti, che è stata presentata come una cura per rendere migliori i servizi attraverso un “sistema premiale”, in realtà serve solo a ridurre la retribuzione dando un potere discrezionale quasi assoluto ai dirigenti di decidere a chi premiare ed individuando nel lavoratore il capro espiatorio di un fallimento delle politiche della regione.
Proprio questa discrezionalità temiamo sia la causa dell’inaccettabile ritardo.
La USB non ci sta, abbiamo scritto ai Dirigenti dei Dipartimenti Personale e Controllo, chiedendo con forza di affrettare al più presto l'erogazione delle somme sia 2012 che 2013, proclamando sin d’ora lo stato di agitazione e preannunciando l’organizzazione di iniziative anche eclatanti, al fianco dei lavoratori, sotto gli uffici del Dipartimento Controlli, per avere subito quanto spettante e per chiedere la rimozione di chi sta frapponendo ostacoli inventati all’erogazione dei fondi.
Lamezia Terme, 6 maggio 2014
Federazione Regionale USB P.I. Calabria