Dopo mesi e mesi di annunci e pre-agonia in assoluta solitudine la customer abramo presenta l’istanza di “concordato preventivo” .
Già il fatto di aver bypassato una preventiva riunione con i rappresentati del personale, aver disatteso il piano industriale di un mese fa, la dice lunga!! Ma molto lunga sulle vere intenzioni dell’azienda e su dove vuole parare!
Per il momento hanno scelto la strada del concordato preventivo per cercare di evitare, l’ultima curva, il fallimento aziendale.
Si tratta di un percorso stretto, in cui l’azienda perde il pieno controllo delle scelte intraprese per salvarsi e che, se da un lato può portare al salvataggio in extremis, dall’altro non esclude il fallimento. Cos’è il concordato preventivo?
Nel diritto societario il concordato preventivo viene definito una procedura a cui può ricorrere un debitore per tentare il risanamento, congelando momentaneamente i debiti, previa presentazione di un piano d’impresa di riorganizzazione interna che deve essere approvato da un giudice (previsto il consenso dei creditori).
Vantaggi: (?) avviare il risanamento della customer care abramo, senza il fiato sul collo dei creditori, che in questa fase non possono presentare ingiunzioni di pagamento – ricontrattare gli importi - questo vale anche per i lavoratori!!
Rischi: si parte dalla possibilità che possano essere cedute parti dell’attività a un soggetto terzo e si arriva alla possibile liquidazione di parte del patrimonio per usare il ricavato per sanare i crediti.
Tutti i creditori poi hanno la facoltà di chiedere la risoluzione del concordato per mancata costituzione delle garanzie promesse. Su tutto aleggia infine la decisione del tribunale e il giudizio dell’adunanza dei creditori.
Senza il via libera di questi due soggetti il concordato fallisce. Ma attenzione: il concordato preventivo è approvato solo ed esclusivamente quando raggiunge il voto favorevole di tutti i creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ??
E se questo non avviene il tribunale rigetta la proposta di concordato preventivo, per poi dichiarare, su istanza del pubblico ministero o dei creditori, il fallimento del debitore. In altre parole il fallimento di customer care abramo, a quel punto sarebbe automatico.
Se invece l’adunanza dei creditori portasse ad un esito positivo, il concordato preventivo sarebbe approvato. A quel punto la customer care abramo avrebbe sei mesi per mettere in atto il piano d’impresa – ma su questo incombono ulteriori dubbi visto il piano industriale fallito del 29 settembre u.s. - approvato dai creditori e tentare di salvarsi pagando i debiti.
Ma le notizie non sono per forza positive.
Una società con una mole di debito che ancora non conosciamo e che soprattutto ricorre ad alcune mosse di “”finanza creativa”” e chiede il concordato, ha tutte le sembianze in modo soft di un preludio alla liquidazione dell’azienda.
Dopo averci preso come USB le denunce penali dalla custoemr care abramo, aver subito documenti di attacco quando abbiamo messo a nudo quello che succedeva tra le postazioni, da parte di alcuni lavoratori manovrati da chi concertava i piani dell’azienda e li avallava, oggi continuiamo a sostenere e consideriamo nuovamente non satisfattive nella tutela dei diritti del lavoratore in quanto soggetto contraente debole e cittadino sociale sottoprotetto - il concordato, ha tempi lunghi, per le retribuzioni pregresse e soprattutto per il mantenimento dei livelli occupazionali. Quello che appare all’orizzonte è il più grande fallimento aziendale – unica certezza di un’azienda che distribuiva precarietà nella storia catanzarese.
USB –f.to jiritano