Straordinaria partecipazione dei lavoratori dell’Inps all’assemblea del 19 maggio 2021, indetta dal sindacato di base dell’Istituto per discutere del brutto progetto di riorganizzazione predisposto dall’Amministrazione (il famigerato Reassessment), del questionario DISCO per l’autovalutazione delle competenze e dello stato della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo 2019-2021 e del contratto integrativo INPS.
L’assemblea si è svolta sulla piattaforma Teams e, nonostante le difficoltà tecniche, ben più di mille lavoratori si sono collegati. Decine di interventi di qualità e centinaia di messaggi sulla “chat Teams”, a testimoniare una grande voglia di partecipazione e un’insofferenza sempre più marcata per la gestione miope e autoreferenziale di buona parte della dirigenza Inps.
I lavoratori hanno detto un secco no alla svolta autoritaria che l’Amministrazione tenta di imporre con l’introduzione delle odiose pagelle, con una riorganizzazione inutile che mortifica le professionalità e frammenta i processi, con una gestione del lavoro agile come un premio per i “bravi” e con pericolose virate verso il cottimo.
La tecnostruttura Inps continua a magnificare le qualità del cosiddetto Reassessment, calato dall’alto senza nessuna seria analisi dei modelli precedenti e accettato acriticamente, a nostro giudizio più per forza che per amore a scendere per la scala gerarchica, per non inimicarsi il proprio superiore. Si sostiene che la riorganizzazione sia cosa buona anche in considerazione della tenuta di produttività nei mesi di sperimentazione. A noi tale affermazione pare azzardata, in mancanza di un gruppo di sedi non sperimentali “di controllo”, e crediamo che la produttività abbia tenuto, nonostante la sperimentazione, grazie all’impegno straordinario in termini di qualità e di orario dei lavoratori dell’Inps in questo periodo in ogni senso speciale. Le tiepide critiche delle altre organizzazioni sindacali sono state portate via dalla prima brezza e non ci risultano significative iniziative di contrasto al di fuori di quelle messe in campo dalla USB. Viene in mente la scena del film “Fantozzi” in cui una pessima iniziativa del megadirigente viene accolta da applausi scroscianti al grido di “Bene! Bravo! Viva il Direttore! Che bel Direttore!”. I lavoratori hanno deciso di finirla con questa manfrina e hanno portato fischi e pomodori (virtuali).
I lavoratori respingono al mittente il questionario DisCo per l’autovalutazione delle competenze e non si fanno trarre in inganno dal tono conciliante con cui l’Amministrazione li invita alla compilazione, avendo ben presente la versione “Marchese del Grillo” spolverata dalla stessa Amministrazione quando si tratta di imporre le pagelle o il Reassessment: “io so’ io e voi non siete un c…”. Difficile trovare argomenti validi per giustificare la pretesa di giudicare qualcuno che non sappiamo esattamente cosa faccia e cosa sappia fare. Si tocca il ridicolo andandolo a chiedere a chi da anni svolge mansioni superiori, sfruttato e malpagato.
La compilazione del questionario, secondo il messaggio Hermes n. 1634/2021, è facoltativa, ma alcuni direttori troppo zelanti la vogliono imporre ai loro collaboratori. Per stoppare queste fughe in avanti ed evitare diffide a singoli dirigenti, USB ha inviato un’apposita nota ai vertici dell’Istituto. Invitiamo le lavoratrici e i lavoratori a non compilare il questionario.
Nell’assemblea abbiamo anche fatto il punto sulla trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale 2019-2021, entrando nel merito dei punti che fanno parte delle richieste di modifiche legislative avanzate unitariamente da tutte le organizzazioni sindacali del Comparto Funzioni Centrali ad ottobre del 2020 e che oggi sembrano da alcuni messe da parte in nome di un patto per il lavoro pubblico che non risolve alcuni punti cruciali necessari a definire un buon contratto, a cominciare dai nodi legati al sistema di classificazione e ai percorsi di carriera.
Riguardo al contratto integrativo, i lavoratori in assemblea hanno condiviso la richiesta, portata dalla USB al tavolo di trattativa, di finanziamento dell’organizzazione del lavoro (posizioni organizzative e indennità connesse) almeno in parte con il bilancio dell’Ente e non con il Fondo Incentivante di tutti i lavoratori. Fermiamo l’assalto al Fondo tentato dall’Amministrazione e dalle organizzazioni sindacali conniventi, che per soddisfare proprie esigenze non esitano ad approfondire il solco retributivo tra chi indennizzato lo è già (almeno in parte) e chi da anni tira il carretto senza alcun riconoscimento. Presto una nuova assemblea aperta a tutti sui temi del contratto.
“Non lo senti che cambia il vento
dai deserti sulle città,
questo fuoco che abbiamo dentro
fino al cielo si innalzerà.”
Cambia il vento (Massimo Bubola e Gang, 1995)