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Camera dei Deputati, centinaia di licenziamenti dietro i risparmi. USB: piano di reintegro per i lavoratori

Roma,

Ancora nessuna prospettiva di ricollocazione per i lavoratori in appalto fino al 2015 alla Camera dei Deputati, licenziati dall'azienda Milano 90, dopo lo scandalo dei costi da capogiro sostenuti dalla politica per gli affari con l'imprenditore Scarpellini.
La Camera dei Deputati, costretta a tagliare i costi dopo anni di spreco, ha ben pensato di non prevedere alcun piano di ricollocazione e garanzia occupazionale per i 287 lavoratori impiegati nei palazzi dove risiede la Camera dei Deputati, di proprietà di Scarpellini.

A oggi solo alcuni di essi sono stati riassunti da ditte esterne, molti a tempo determinato, finanche con miseri contratti di tre ore al giorno. Risulta alquanto bizzarro inoltre, che tra i lavoratori rimasti fuori da questo piano, seppur precario, di reintegro, ci siano anche gli Rsa della nostra Organizzazione Sindacale, che fin dall'inizio si sono battuti per il riassorbimento di tutti i lavoratori ex Milano 90.
Neppure l'Ordine del Giorno dello scorso agosto 2017, approvato all'unanimità, durante la seduta per l'approvazione del bilancio, in cui la Presidenza ha assunto l'impegno alla ricollocazione del personale ex Milano 90, è servito ad un cambio di passo. Lo scorso dicembre i lavoratori hanno terminato anche gli ammortizzatori sociali e di fatto sono disoccupati e senza alcun sostentamento economico.

Usb ritiene indegna l'immagine che un'istituzione come la Camera dei Deputati sta restituendo al nostro paese e per questo continuerà a lottare al fianco di questi lavoratori, fino a che anche l'ultimo tra loro non riavrà ciò che gli è stato sottratto ingiustificatamente: diritti lavoro e dignità.

Unione Sindacale di Base