I lavoratori della Milano 90, azienda che gestisce la mensa alla camera dei Deputati, oggi hanno bloccato il servizio lasciando senza pasto parlamentari e dipendenti della Camera. Analoga protesta era già stata effettuata il 9 luglio scorso e si ripeterà domani, 16 luglio, con l’assemblea e il presidio dei lavoratori in piazza San Silvestro, alle ore 12.00.
La Camera si accinge a sancire la dismissione anticipata dei contratti di affitto alla Milano 90, con la conseguenza che verranno dismessi anche i servizi resi in appalto e avviate le procedure di licenziamento collettivo per i circa 250 dipendenti della azienda, di proprietà del costruttore Scarpellini.
Dall’incontro con il Collegio dei Questori della Camera, avvenuto lo scorso 8 luglio, era scaturita soltanto un’apprezzabile ma insufficiente sensibilità verso il problema ed un impegno al monitoraggio delle implicazioni occupazionali congiuntamente con i sindacati.
L’Unione Sindacale di Base sostiene la battaglia dei lavoratori contro la logica dei “tagli lineari” che, in nome dei risparmi per le casse pubbliche, producono licenziamenti con costi umani e sociali insopportabili. Va inoltre precisato che a fronte delle migliaia di euro percepite dai Deputati, i lavoratori in questione, che assicurano agli onorevoli importanti servizi, hanno un redito inferiore ai 1.000 euro mensili.
L’Unione Sindacale di Base ed i lavoratori pretendono dalla Camera dei Deputati risposte che possano invertire la prospettiva dei licenziamenti, dando certezza a 250 lavoratori e alle loro famiglie, e rivolgono pertanto alla Presidente Boldrini la richiesta di un incontro urgente.
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