Nelle ultime settimane decine di lavoratori che hanno partecipato agli scioperi promossi dall’Unione Sindacale di Base nel magazzino dove Leroy Merlin deposita i propri prodotti, a Castel San Giovanni (Piacenza), sono stati sospesi dal lavoro con procedure assolutamente illegittime.
L'ultimo caso riguarda coloro che si sono recati alla sede centrale di Leroy Merlin per rivendicare un incontro coi responsabili italiani della multinazionale, incontro poi regolarmente avvenuto.
Le palesi, illegali intimidazioni delle cooperative subappaltanti del magazzino di Castel San Giovanni, sono la risposta disperata di chi ha capito che la determinazione dei facchini non si piega alle diffuse pratiche di caporalato. È giunto il momento di riportare la legalità in quel posto di lavoro: queste cooperative se ne devono andare.
USB chiede il ripristino di normali relazioni sindacali fondate sul rispetto delle norme e delle persone. Condizioni incompatibili con la pratica del caporalato diffusa a Castel San Giovanni, un’offesa non solo per i facchini, che non sanno che fine hanno fatto i loro TFR e i loro contributi previdenziali dopo i ripetuti cambi di partita IVA fatti dalle cooperative all’insaputa dei lavoratori, ma per la cittadinanza intera.
Piacenza non può accettare che esistano zone opache sottratte alla legge e al rispetto della Costituzione. Lo sciopero è un diritto e come tale continueremo a farlo valere.
Per tutti questi motivi oggi i lavoratori aderenti all’Unione Sindacale di Base hanno deciso di portare la protesta direttamente al cuore del sistema della logistica di Leroy Merlin, cioè al magazzino di Somaglia (Milano) di Ceva Logistics, la multinazionale che ha in appalto l’approvvigionamento delle sedi Leroy Merlin e che a sua volta subappalta il lavoro nei magazzini alle tante cooperative fantasma.
I lavoratori chiedono a Ceva Logistics di farsi promotrice di un’azione di pulizia interna, con lo stop al caporalato e all’illegalità, a partire da Castel San Giovanni, la fine delle ritorsioni contro i facchini che osano alzare la testa reclamando i loro diritti e una normale pratica delle relazioni sindacali.
L’Unione Sindacale di Base non fermerà la propria battaglia che l’ha vista scoperchiare la pentola del malaffare e dell’illegalità e schierarsi in difesa dei diritti dei facchini.
USB LAVORO PRIVATO SETTORE LOGISTICA