Cavatori, lavoratori, cittadini e ambientalisti: costruiamo insieme il futuro nostro e dei nostri figli. Nel 1920 c’erano 20.000 lavoratori al monte, oggi ne restano solo 800, mentre le quantità di estratto sono decuplicate. La città è in rovina, si sta spopolando, mentre gli incidenti e le morti in cava continuano.
Il profitto del padrone aumenta a discapito del nostro futuro.
Per questo:
- vogliamo la riduzione di orario di lavoro a parità di salario, perché, a fronte dei profitti fatti sulle nostre spalle, vogliamo lavorare meno, lavorare meglio, in sicurezza e con più addetti;
- basta estrazione selvaggia, diamo il giusto senso al nostro lavoro e all'ambiente che ci circonda, estraendo il necessario in sicurezza;
- le concessioni fanno sempre il gioco dei padroni. Come nel 2018, si ricordano di noi lavoratori solo quando scadono le concessioni, minacciando l'arrivo delle multinazionali nelle cave e le conseguenti ripercussioni occupazionali. Ma noi non ci dimentichiamo degli scioperi dello scorso giugno;
Oggi scrivono “salviamo i cavatori”, ma pochi mesi fa per loro valevamo soltanto 70 centesimi e volevano toglierci il nostro contratto provinciale.
Vogliamo attivare un nostro sportello sindacale anche in cava, vogliamo tornare a fare sindacato di base al monte, perché pensiamo ce ne sia bisogno. Perché l'eredità di Pedrazzi non vada persa, perché siamo stufi di chi alza la voce ma poi ai tavoli cala le braghe!
Torna il sindacalismo di base alle cave!
SCADONO LE CONCESSIONI? TUTTE LE CAVE IN MANO AI CAVATORI!
MARTEDI 23 MAGGIO ORE 17.30
INCONTRO IN PIAZZA DUOMO A CARRARA
USB Massa Carrara