Dopo le mobilitazioni dei giorni scorsi i movimenti per il diritto all'abitare sono stati ricevuti per la seconda volta dalla Regione Lazio. Entro 24 ore nuovo incontro
Un emendamento al bilancio per finanziare un piano per l'Edilizia residenziale pubblica e il vaglio di misure normative per il blocco generalizzato degli sfratti. Sono questi i risultati ottenuti dai movimenti per il diritto all'abitare dall'incontro di questa mattina con l'assessore alle Politiche Abitative e Ambiente della Regione Lazio. Dopo le proteste iniziate con l'ondata di nuove occupazioni di sabato 6 aprile, anche questa mattina gli attivisti si sono mobilitati riunendosi in presidio sotto alle finestre della sede dell'assessorato, in via Capitan Bavastro.
In mattinata il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, aveva chiamato il Prefetto per chiedere il blocco degli sfratti. “Con questo provvedimento, insieme ad altri che la Regione sta predisponendo, verrà affrontato in maniera risoluta il problema dell'emergenza abitativa che in questi anni sta dilaniando il tessuto sociale romano e con esso anche la questione delle occupazioni abusive delle case sfitte” scrive in una nota la Regione Lazio che rimane ferma sulla sua condanna della pratica delle occupazioni. “Una metodologia di lotta sociale che la Regione Lazio condanna fermamente perché fuori dalla legalità".
Due gli impegni principali assunti dall'assessore regionale alle Politiche Abitative e Ambiente, Fabio Refrigeri. Da un lato, la stesura di un emendamento al bilancio, approvato martedì in giunta, da presentare in Consiglio in cui si prevede lo stanziamento di finanziamenti da destinare a un piano di Edilizia residenziale pubblica. Entro 24 ore verrà indetto un tavolo tecnico con i movimenti per la stesura dell'emendamento. “Al momento della discussione in consiglio (che dovrà avvenire prima del 30 aprile, ndr) ” spiegano i movimenti “saremo in presidio fuori dalla sede della Pisana per far sentire la nostra voce”.
Il secondo punto sul tavolo dell'assessore conferma e rafforza quanto accaduto in mattinata con la telefonata di Zingaretti. “La Regione avvierà una verifica degli strumenti a propria disposizione per procedere con uno strumento normativo per una moratoria generalizzata degli sfratti” spiegano i movimenti. Dopo il primo tavolo tecnico, seguiranno i 'tavoli tematici', dagli studenti agli inquilini degli enti.
L'assessore conferma in una nota. “Mi impegno a nome della giunta a varare un emendamento al Bilancio in corso di approvazione, che garantisca un appropriato pacchetto di risorse da destinare con immediatezza ad un piano straordinario per l’emergenza abitativa” ha spiegato. Poi gli sfratti: “Verificherò giuridicamente la possibilità da parte della Regione di poter intervenire normativamente sul tema della richiesta di moratoria”.
Rimangono 'scoperte', ma non troppo, le occupazioni. “Oggi sono stati fatti dei passi importanti. Procedere con gli sgomberi delle occupazioni, significherebbe rompere il dialogo e l'equilibrio costruttivo con la Regione” il commento degli attivisti che, in relazione alle notizie diffuse dal quotidiano Il Messaggero sulle indagini aperte a carico di alcuni occupanti, fanno sapere: “A noi non è stata recapitata nessuna comunicazione ufficiale”.
Ecco i numeri degli sfratti. In base ai dati messi raccolti da Ministero dell'Interno nel 2011 sono 6.686 le sentenze di sfratto emesse solo a Roma. Di queste l'80% è per morosità. Nello stesso anno le richieste di esecuzione con l'ufficiale giudiziario sono state 7.206. Nel 2010 le sentenze erano state 6.710, nel 2009, 8.729.
Anche il sindaco Alemanno si è unito alla richiesta di Zingaretti. "E' una richiesta che noi abbiamo già fatto varie volte e quindi ci associamo assolutamente, perché ci possa essere una moratoria rispetto agli sfratti". Il sindaco poi ha voluto ricordare anche la situazione degli inquilini degli enti privatizzati alle prese con la dismissione delle loro abitazioni, presenti insieme ai movimenti all'incontro. “C'è tutta la questione aperta degli enti privatizzati che rischiano di mettere per strada tanta gente se non vengono fermati da una apposita legge".