IL CASO
Imbucate le lettere “targate” Comune di Genova destinate ad altrettante famiglie che abitano in una casa di edilizia popolare ma non pagano, da tempo, l’affitto. Dentro, l’avviso e l’annuncio di “decadenza del diritto, causa morosità”.
di RAFFAELE NIRI
VERRANNO imbucate questa mattina, o al più tardi domani, quattrocento lettere “targate” Comune di Genova destinate ad altrettante famiglie che abitano in una casa di edilizia popolare ma non pagano, da tempo, l’affitto. Dentro, l’ingiunzione di sfratto e l’annuncio di “decadenza del diritto, causa morosità”.E’ un atto clamoroso, che a Genova ha pochissimi precedenti: fece storia negli Anni Ottanta, sull’allora “Lavoro”, la pubblicazione dei redditi degli assegnatari morosi da parte dell’Istituto autonomo delle case popolari (guidato da Stefano Senese, oggi direttore della Camera di Commercio della Spezia). Ma uno sfratto per morosità a così tante persone, tutte assieme, non si è mai verificato: poi, naturalmente, si tratterà di vedere quante famiglie decideranno di arrivare ad un compromesso e quante vorranno affrontare le trafile di uno sfratto vero e proprio, con tanto di ufficiale giudiziario chiamato da Comune ed Arte ad eseguire il rilascio dell’abitazione.In Comune non hanno dubbi: era inaccettabile, in una crisi così ampia e mentre le liste degli aspiranti ad un alloggio pubblico si allungano a dismisura, accettare che così tanta gente — magari con la Mercedes posteggiata sotto casa — non paghi neanche un affitto, spesso simbolico. Poi, è evidente, la Mercedes riguarda pochi casi, spesso si tratta di situazioni comunque ai limiti della povertà ed è anche per questo che il sindacato inquilini
è particolarmente critico.«Intendiamoci, i furbini se ne devono andare dalle case popolari — spiega Enrico Viani, segretario del Sunia, il sindacato che fa riferimento alla Cgil — ma bisognerebbe capire se tutti questi casi siano relativi a “morosi colpevoli”. Nel nostro lavoro in commissione abbiamo individuato 630 “morosi incolpevo-li”, cioè persone che non sono più in grado di pagare l’affitto della casa dio edilizia popolare. Il Comune è davvero certo che questi quattrocento casi siano tutti relativi a morosi colpevoli? ».Arte (che è l’ex Iacp ed ha la gestione dei suoi 4.500 alloggi e dei 4.500 di proprietà del Comune) sta mettendo in atto i “rientri per morosità”: all’assegnatario viene proposto un piano fino a 36 rate, previsto per cifre inferiori a tremila euro. Nel caso di cifre superiori, scattano invece le cambiali.«Noi non capiamo l’atteggiamento del Comune — aggiunge Stefano Salvetti, il segretario del Sicet, che è il sindacato inquilini che fa riferimento alla Cisl — Quando c’è un terremoto, la prima cosa da fare è allestire una tendopoli. Il terremoto è arrivato, ci sono centinaia di famiglie senza una casa, ma della tendopoli — o di qualunque atto concreto a favore dei senza casa — non si vede neppure l’ombra».
(26 settembre 2012)