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Tematica

Cassazione. Invalidi al cento per cento, la pensione è a rischio.

Cagliari,

 

 

A rischio le pensioni per gli invalidi civili. I limiti reddituali per il trattamento al 100% potrebbero essere coniugali e non più personali come è sempre stato negli anni scorsi, mettendo a rischio le posizioni di migliaia di persone. Se così sarà, lo smantellamento dello stato sociale continua, e a pagarne il prezzo saranno i più deboli.

 

Nell’udienza del 13 Febbraio 2013 alla Suprema corte, dinanzi alla sezione lavoro, l’avvocatura dell’Inps ha insistito per l’interpretazione restrittiva (introdotta dalla sentenza 4677/11), e anche il pubblico ministero ha sostenuto la posizione a favore dell’ente contro le parti private. Secondo l’avvocatura dell’Inps e il pm per calcolare la pensione degli invalidi civili non vale il reddito del diretto interessato ma il cumulo dei redditi familiari. L’esito della sentenza si conoscerà tra un mese e mezzo.    

 

Da quest'anno l’Inps aveva deciso di considerare il reddito coniugale e non più quello individuale quale parametro per l'accesso ai benefici previsti per gli invalidi civili. Questa scelta aveva suscitato forti polemiche e l'Inps è dovuta ritornare sui suoi passi, stabilendo che fino a quando non sarà diffusa una nota del ministero del Lavoro a questo riguardo, continuerà a prendere in considerazione il reddito individuale. La questione è controversa, visto che la Cassazione nel corso degli anni ha stabilito che fa fede il reddito personale (18825/2008, 7259/2009, 20426/2010), mentre in altre circostanze quello dei coniugi (16311/2002, 13261/2007, 4677/2011).  

 

La stato delle cose attuale prevede che il limite di reddito per ottenere la pensione o l'assegno di invalidità è stato individuale, fissato rispettivamente a 16.127,30 e 4.738,63 euro all'anno a seconda della percentuale di perdita della capacità lavorativa.   

 

Vogliamo qui ricordare, che nel corso dello scorso anno, sono andate agli invalidi al 100% il 76% delle pensioni di invalidità erogate. Cosa determinerebbe la sentenza? Tutti i titolari, assieme al coniuge, di un reddito lordo superiore ai 16.127,30 euro l'anno perderebbero il diritto all'assegno. Un assegno di 254,74 euro al mese nel 2012 e di 275 euro del 2013.  

 

E’ facile immaginare che penalizzate sarebbero soprattutto le donne.  

 

Riteniamo che sia assurdo che chi ha un'invalidità riconosciuta non possa più percepire la propria pensione solo perché è coniugato. Quando la smetteranno di considerare le persone come coppie e non come individui? Qualsiasi tipo di invalidità è individuale, e chi è malato non può di certo essere autosufficiente e non può contribuire ad ampliare il reddito familiare, la pensione di invalidità è solo un contributo a chi si trova in stato di necessità. Vogliono risanare le casse dello stato con le pensioni di invalidità e con i fondi per i malati della Sla, dopo che abbiamo assistito per anni alla "vergogna" dei rimborsi elettorali?

 

La legge invita al divorzio senile?

 

Sentiamo parlare tanto di quoziente familiare... Si tratta di questo?

 

E’ per questo che paghiamo i manager dell’Inps? Perché si occupino di queste cose? Perché non abbassare gli stipendi dei dirigenti e del presidente? 

 

Periodicamente ci tocca assistere ad ossessive campagne mediatiche che prendendo spunto da casi di falsi invalidi (ovvero persone che tali non sono ma come invalidi vengono riconosciuti da una commissione medica). I fatti esistono e sono facilmente documentati e generalmente a fare da apripista sono due bravissimi giornalisti come Stella e Rizzo. Sono casi di malcostume, di clientelismo che presuppongono tutta una serie di complicità, ma questi fatti non vengono trattati per quello che sono, come casi di malcostume appunto ma vengono ampliati dalla grancassa mediatica fino a farci intendere che la colpa del dissesto finanziario dello stato sarebbe quella di elargire pensioni di 250 euro mensili (o giù di lì) a persone che non ne hanno il diritto.   

 

Ecco, dunque, lo scopo di queste campagne: farci digerire l’ingiustizia di togliere questo assegno di sussistenza a chi il diritto lo ha ma ha il “torto” di essere coniugato, peggio essere coniugato con una persona che la sfrontataggine di percepire un reddito di 15.836 euro l’anno lordo (al netto meno di 1.000 euro al mese).